Le gravidanze indesiderate nelle richiedenti l’asilo minorenni ostacolano l'integrazione. Un aspetto che non va sottovalutato, per cui si intende procedere con una campagna di sensibilizzazione
ZURIGO - «Nel centro di accoglienza dove vivevo, in totale c’erano dodici giovani donne, sette delle quali eritree. Le altre provenivano dalla Siria, dall’Afghanistan, dalla Somalia e dal Tibet», dice Luwam Kibrom, 19enne eritrea giunta in Svizzera due anni e mezzo fa. «Tre ragazze, tutte minorenni, si sono ritrovate a fare i conti con una gravidanza indesiderata. E due provenivano dal mio Paese».
«Quando l’hanno saputo erano scioccate», aggiunge. Anche i padri, del resto, erano tutti richiedenti l’asilo minorenni.
Non è chiaro quante siano esattamente ogni anno le gravidanze indesiderate nelle richiedenti l’asilo minorenni. La Segreteria di Stato della Migrazione (Sem) non tiene statistiche. Ma una cosa è certa: l’anno scorso in Svizzera hanno partorito 3138 richiedenti l’asilo e 1315 erano di origine eritrea.
Ora l’Eritrean Diaspora Academy di Zurigo - che riunisce giovani donne eritree e svizzere, tra le quali figura anche Luwam Kibrom - intende lanciare una campagna di sensibilizzazione indirizzata alle giovani rifugiate, con la speranza di riuscire a contenere il problema.
«Inoltre, per le ragazze eritree il tema della sessualità è un tabù», spiega intanto Fana Asefaw, specialista in psichiatria infantile e adolescenziale presso la struttura Cilenia di Winterthur. «Non parlano di contraccezione con i loro partner per paura di essere etichettate come delle poco di buono», continua. «La maggior parte delle giovani, per di più, a differenza di ragazze provenienti da altri Paesi, non sono in Svizzera con i genitori», aggiunge Asefaw. Ragion per cui a loro, anche in questi termini, serve inevitabilmente un sostegno.