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SVIZZERALe gravidanze indesiderate ostacolano l'integrazione, pronta una campagna di sensibilizzazione

23.05.18 - 05:55
Le gravidanze indesiderate nelle richiedenti l’asilo minorenni ostacolano l'integrazione. Un aspetto che non va sottovalutato, per cui si intende procedere con una campagna di sensibilizzazione
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Le gravidanze indesiderate ostacolano l'integrazione, pronta una campagna di sensibilizzazione
Le gravidanze indesiderate nelle richiedenti l’asilo minorenni ostacolano l'integrazione. Un aspetto che non va sottovalutato, per cui si intende procedere con una campagna di sensibilizzazione

ZURIGO - «Nel centro di accoglienza dove vivevo, in totale c’erano dodici giovani donne, sette delle quali eritree. Le altre provenivano dalla Siria, dall’Afghanistan, dalla Somalia e dal Tibet», dice Luwam Kibrom, 19enne eritrea giunta in Svizzera due anni e mezzo fa. «Tre ragazze, tutte minorenni, si sono ritrovate a fare i conti con una gravidanza indesiderata. E due provenivano dal mio Paese».

«Quando l’hanno saputo erano scioccate», aggiunge. Anche i padri, del resto, erano tutti richiedenti l’asilo minorenni.

Non è chiaro quante siano esattamente ogni anno le gravidanze indesiderate nelle richiedenti l’asilo minorenni. La Segreteria di Stato della Migrazione (Sem) non tiene statistiche. Ma una cosa è certa: l’anno scorso in Svizzera hanno partorito 3138 richiedenti l’asilo e 1315 erano di origine eritrea.

Ora  l’Eritrean Diaspora Academy di Zurigo - che riunisce giovani donne eritree e svizzere, tra le quali figura anche Luwam Kibrom - intende lanciare una campagna di sensibilizzazione indirizzata alle giovani rifugiate, con la speranza di riuscire a contenere il problema.

«Inoltre, per le ragazze eritree il tema della sessualità è un tabù», spiega intanto Fana Asefaw, specialista in psichiatria infantile e adolescenziale presso la struttura Cilenia di Winterthur. «Non parlano di contraccezione con i loro partner per paura di essere etichettate come delle poco di buono», continua. «La maggior parte delle giovani, per di più, a differenza di ragazze provenienti da altri Paesi, non sono in Svizzera con i genitori», aggiunge Asefaw. Ragion per cui a loro, anche in questi termini, serve inevitabilmente un sostegno.

 

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