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FRIBURGORoman Abramovich in tribunale per il fallimento di Runicom

02.05.18 - 10:45
L'oligarca russo, che è entrato dieci minuti prima dell'inizio dell'udienza scortato da un imponente dispositivo di sicurezza, contesta le accuse mosse nei suoi confronti
Keystone
Roman Abramovich in tribunale per il fallimento di Runicom
L'oligarca russo, che è entrato dieci minuti prima dell'inizio dell'udienza scortato da un imponente dispositivo di sicurezza, contesta le accuse mosse nei suoi confronti

FRIBURGO - Il gigante russo del gas Gazprom e l'oligarca Roman Abramovich devono rispondere da oggi davanti a un tribunale civile friburghese in merito alle garanzie finanziarie della società Runicom, con sede a Friburgo, fallita nel 2003. Il multimiliardario di 52 anni, che all'epoca era uno dei direttori di Runicom, è giunto di persona nella città ai bordi della Sarine.

Abramovich è entrato in tribunale dieci minuti prima dell'inizio dell'udienza, scortato da un imponente dispositivo di sicurezza, ha constatato un corrispondente dell'agenzia telegrafica svizzera (ats) sul posto. Era inoltre seguito da numerosi avvocati.

La vicenda è complessa, con ramificazioni internazionali e dura ormai da diversi anni. Agli inizi degli anni 2000 la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha intentato un'azione civile nei confronti di Gazprom e degli oligarchi Abramovich e Ievgheni Shvidler, allora direttori di Runicom, società con registro di commercio a Friburgo che commercializzava petrolio per la società Sibneft. La BERS ha reclamato il rimborso di un debito di circa 47 milioni di franchi.

Sibneft, poi diventata Gazprom

Nel 1997, Sibneft, poi diventata Gazprom, aveva garantito un prestito concesso a Runicom da una banca russa. Dopo una cessione, la BERS è diventata creditrice e per essere rimborsata ha avviato nel 2005 un'azione davanti al Tribunale civile distrettuale della Sarine contro Gazprom e i due oligarghi russi.

Gazprom ha subito contestato la competenza delle autorità friburghesi affermando che i contratti stipulati per il prestito e la garanzia prevedevano una clausola in favore della corte di arbitraggio di Mosca. Dopo che il Tribunale cantonale ha respinto il ricorso della multinazionale del gas, il 9 aprile 2014 quest'ultima ha ricorso invano al Tribunale federale (TF).

Nell'ottobre 2014 suprema corte elvetica ha condiviso le conclusioni della corte cantonale: le clausole addotte da Gazprom si riferiscono a contratti firmati nel 1997 e valgono solo per il prestito e la garanzia ma "non si estendono ai litigi che risultano da altre relazioni giuridiche, come quelle stabilite tra la società beneficiaria del credito bancario (Runicom) e gli organi di questa stessa società". Di conseguenza le clausole di elezione del foro non escludono la competenza dei tribunali friburghesi.

Il TF ha quindi respinto la richiesta della multinazionale e ha intimato a Gazprom di versare 60'000 franchi di tasse di giustizia e 75'000 franchi a copertura delle spese legali sostenute dalla BERS.

Anche Abramovich contesta le accuse

Anche l'oligarca russo Roman Abramovich, che è proprietario del club calcistico britannico Chelsea, contesta le accuse mosse nei suoi confronti. Quando la BERS si è rivolta a Runicom per ottenere il rimborso del debito, Abramovich e Shvidler hanno affermato che Runicom l'aveva già rimborsato presso una banca terza.

Nel 2005 Abramovich vendette le sue quote di Sibneft a Gazprom per circa 17 miliardi di franchi e reinvestendo il tutto in Evraz Group. Per questo motivo Gazprom, e non più Sibneft, è interessato dall'azione in giustizia.

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