Gli assicuratori utilizzano i "tracker" per seguire le tracce lasciate in memoria su Google o su Facebook dagli utenti. Ma rassicurano: «Solo dati anonimi»
BERNA - Capita sempre che, consultando il proprio profilo Facebook o navigando su Internet, ci si imbatta in un popup con le scarpe visionate il giorno prima su uno shop online o l’ultimo modello di televisore cercato su Google. Si tratta di pubblicità mirata, resa possibile grazie a dei software chiamati “tracker” che “spiano” le ricerche sul web.
Se solitamente vengono utilizzati dai commercianti per scoprire gli interessi dei loro clienti, pare che anche le assicurazioni malattia - secondo quanto riferisce l’edizione odierna del Blick - li sfruttino a loro vantaggio.
Un ricercatore dell’Università di Amburgo, Christian Bennefeld, ha spiegato al quotidiano zurighese come la situazione sia allarmante: «Sfruttano gli interessi degli utenti su motori di ricerca, siti legati alla salute o pagine web di assicurazioni malattia. Ed è un campo in cui gli utenti di Internet vorrebbero restare anonimi ed essere protetti».
Lo fanno tutte - Secondo Bennefeld tutte le casse malati usano questo sistema, ma la più attiva sarebbbe la Swica, con 33 programmi di tracking, seguita da ÖKK e CSS (rispettivamente 13 e 12 programmi). Concordia e Assura le meno attive, con due programmi a testa, in base ai risultati della ricerca.
Autorizzati in Svizzera - Quasi tutte le assicurazioni malattia considerate utilizzano il sistema di tracking di Google e di Facebook. «È un metodo autorizzato in Svizzera - spiega Bennenfeld -, al contrario ad esempio della Germania. Ma si tratta di una questione delicata, perché è un approccio che consente di ottenere informazioni private di una persona e utilizzarle per ricavarne del profitto».
Dati anonimi - Swica, contattata dal Blick, ha spiegato che questi sistemi vengono utilizzati in forma anonima e unicamente per scopi pubblicitari. Stessa conferma proviene da Helsana, che specifica di ottenere unicamente dati anonimi.
Christian Bennenfeld, però, ritiene che gli utenti debbano essere avvertiti quando vengono “trackati” e intende realizzare uno strumento che lo faccia e che permetta alle persone che navigano sul web di disattivare questi sistemi.