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SVIZZERADa Pasqua un nuovo "Padre Nostro" in Romandia

27.03.18 - 11:42
La nuova versione francese non include infatti più il passaggio «non sottometterci alla tentazione», che sarà sostituito con «non lasciarci entrare in tentazione»
Keystone
Da Pasqua un nuovo "Padre Nostro" in Romandia
La nuova versione francese non include infatti più il passaggio «non sottometterci alla tentazione», che sarà sostituito con «non lasciarci entrare in tentazione»

BERNA - Con la domenica di Pasqua vi sarà una novità nelle Chiese cristiane della Svizzera romanda. Cattolici, riformati ed evangelici introdurranno una modifica nella traduzione della preghiera più conosciuta e diffusa, il "Padre Nostro".

La nuova versione francese non include infatti più il passaggio «ne nous soumets pas à la tentation» - «non sottometterci alla tentazione» -, che è stato sostituito con una versione ritenuta più corretta: «ne nous laisse pas entrer en tentation», «non lasciarci entrare in tentazione».

Tale nuova traduzione è già applicata in Francia e in altri Paesi francofoni. In Svizzera, è stata oggetto di un'ampia consultazione tra le varie Chiese romande, in uno spirito ecumenico, hanno indicato oggi in una nota congiunta la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Chiesa evangelica riformata e il "Réseau évangélique suisse".

La consultazione ha ritardato l'introduzione del nuovo "Notre Père" inizialmente prevista per il periodo dell'Avvento 2017, precisa il comunicato delle tre Chiese. La traduzione «Et ne nous laisse pas entrer en tentation» è più vicina al testo originale, aveva spiegato lo scorso anno all'ats la portavoce della Chiesa evangelica riformata Anne Durrer.

Secondo il quotidiano francese "Le Figaro", la prima formula - «non sottometterci» - ha fatto credere a generazioni di fedeli che Dio potesse tendere in qualche modo una sorta di tranello, chiedendo loro di compiere il bene, li sottometteva alla tentazione del male. «La frase attuale lasciava supporre che Dio volesse tentare l'essere umano mentre Dio vuole che l'uomo sia un essere libero», ha commentato il vescovo di Grenoble, monsignor Guy de Kerimel, citato dal giornale.

Dopo oltre mezzo secolo - la controversa versione venne introdotta in Svizzera romanda nel 1966 - tutte le Chiese cristiane si rallegrano del fatto che i fedeli possano così continuare a recitare la stessa preghiera universale insegnata da Gesù. Le comunità locali sono invitate a dire il "Padre Nostro" secondo la nuova formula la mattina di Pasqua, sottolineandone così la sua introduzione ufficiale.

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