Il 2017 è stato un anno da record per le armi smarrite da reclute e personale d'esercito. E così salta fuori il video per la sensibilizzazione
BERNA - Fucili d'assalto e sacche con la divisa lasciati sul treno, in macchina, dimenticati per strada mentre si va o si ritorna dal servizio di leva. Esplosivi (con detonatori), equipaggiamenti vari e parti di mezzi (!) persi mentre si presta servizio.
Che le reclute dell'esercito svizzero abbiano questo "vizietto" di lasciare in giro dotazioni e armi d'ordinanza è ormai noto. Una cosa che però forse non si sapeva è che il 2017 è stato un anno da record per le "sbadatezze" come non se ne vedevano da quasi venticinque anni a questa parte.
Secondo i dati ufficiali, infatti, nel 2017 reclute e personale dell'esercito hanno smarrito 59 fucili e 26 pistole. Un numero certo preoccupante ma non un primato assoluto. Quello tocca al 1994 con 283 pezzi totali scomparsi. Per questo motivo le forze armate hanno deciso di correre ai ripari realizzando un filmato di sensibilizzazione ad hoc da mostrare alle reclute.
Ma tutte quelle armi, poi, saltano fuori? Alcune sì, altre mai più e altre ancora vengono ritrovate addirittura all'estero: «È capitato a volte, che alcuni Fass 90 venissero recuperati in paesi terzi», conferma a 20 Minuten il portavoce dell’Esercito Daniel Reist. Alla domanda «in quali paesi, esattamente?», Reist ha preferito non rispondere.
Una situazione, questa, che Lewin Lampart del Gruppo per una Svizzera senza esercito (Gsoa) riene assurda: «È intollerabile che fucili d'assalto svizzeri finiscano per varcare la frontiera in questa modo». Secondo lui, questa, è una tendenza che «deve cambiare», e in fretta: «L'esercito non è abbastanza severo con chi smarrisce l'arma di servizio».