A sostenerlo è un recente studio. C'è chi dà anche 500 franchi
LUCERNA - Il principio del “salario giovanile” è semplice. Già dall’età consigliata di 12 anni i ragazzi ricevono dai genitori un importo mensile fisso. Serve per esempio a coprire le spese per abbigliamento, parrucchiere, cellulare, attività sportive o le piccole spese e ha come obiettivo quello di sviluppare la capacità di gestione dei soldi e il senso di responsabilità.
Ora, uno studio della Scuola professionale di scienze applicate e arti di Lucerna conferma che il sistema funziona. Secondo un sondaggio online, la gran parte dei 944 genitori interrogati assicura che grazie al salario giovanile i loro figli «imparano a gestire i soldi, a soppesare gli acquisti necessari con i loro bisogni in materia di consumi e acquisiscono più autonomia e responsabilità nelle questioni finanziarie», si legge in un comunicato stampa congiunto diffuso dall’Associazione Salario Giovanile, della Città di Zurigo e di Pro Juventute. Inoltre, i giovani risultano più consapevoli del prezzo delle cose.
Salari di più di 500 franchi - Non solo: secondo lo studio anche i genitori e l'intera famiglia traggono vantaggio da questa pratica. «Il salario giovanile toglie un peso ai genitori poiché determina una riduzione dei conflitti legati ai soldi», scrivono le organizzazioni. Il processo di emancipazione viene avviato presto, ma in maniera dolce. I rapporti fra giovani e genitori, inoltre, migliorano.
Due terzi delle famiglie hanno introdotto il salario giovanile quando i loro figli avevano meno di 14 anni: il 29% a 12 e il 30% a 13 anni. Alcuni (4%) anche prima. Le cifre allocate sono diverse. Il 51% dei partecipanti allo studio ha concesso ai figli fra i 100 e i 200 franchi al mese, un quinto fra i 200 e i 300 franchi. Il 2% si è spinto oltre i 500 franchi.