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GINEVRARadicalizzazione islamista, a Ginevra sono 86 i sorvegliati

19.03.18 - 11:04
Il numero è raddoppiato dall'anno scorso. «Coloro che tornano sono i più resistenti e meritano maggiore attenzione» ha dichiarato Pierre Maudet
Keystone
Radicalizzazione islamista, a Ginevra sono 86 i sorvegliati
Il numero è raddoppiato dall'anno scorso. «Coloro che tornano sono i più resistenti e meritano maggiore attenzione» ha dichiarato Pierre Maudet

GINEVRA - Nel canton Ginevra 86 persone sono sorvegliate dalla polizia per sospetta radicalizzazione islamista. Il loro numero è raddoppiato nel giro di un anno, indica il consigliere di Stato Pierre Maudet in un'intervista pubblicata oggi dalla "Tribune de Genève" e da "24 Heures".

Si può andare «dalla sorveglianza leggera su Internet alla sorveglianza fisica 24 ore su 24, attuata in rari casi a Ginevra», dice Maudet, precisando che il numero delle persone segnalate è rimasto stabile: 366, contro le 350 registrate a febbraio 2017.

Il raddoppio dei sorvegliati - un anno fa erano 42 - si spiega essenzialmente nel fatto che è aumentata la vigilanza, in particolare nelle carceri: una parte di loro sono detenuti sospettati di radicalizzazione.

«Se controllate di più, avete più persone che cadono nelle reti», dice il capo del Dipartimento della sicurezza e dell'economia, rilevando che gli imam e gli altri responsabili delle comunità musulmane si sono fatti più attenti al problema, il che può a sua volta contribuire all'aumento delle persone poste sotto sorveglianza per questo motivo.

Secondo Maudet, la questione delle partenze all'estero di aspiranti jihadisti preoccupa ormai meno le autorità della gestione dei loro ritorni in Svizzera: «Coloro che tornano sono, in un certo modo, i più resistenti e meritano maggiore attenzione». Secondo il consigliere di Stato, bisogna prevedere una "presa a carico" dopo la loro detenzione.

«A Ginevra - aggiunge - abbiamo già gestito il ritorno di due persone. Una di loro è stata oggetto di un accompagnamento su misura che dà risultati piuttosto buoni in fatto di risocializzazione».

In un articolo pubblicato ieri, "Le Matin Dimanche" ha riferito che il canton Ginevra è diventato il secondo centro di reclutamento jihadista dopo Zurigo e prima di Vaud. Tra le 86 persone che hanno tentato di recarsi in Siria o in Iraq per arruolarsi nello Stato islamico (Isis) dal 2015 - ha scritto il domenicale romando - 15 venivano da Ginevra.

Sempre secondo il "Matin Dimanche", procedimenti penali sono stati aperti contro almeno nove di loro in Svizzera e in Francia. Dall'inchiesta giornalistica è emerso che la cellula ginevrina, una rete essenzialmente nordafricana, è legata alla moschea di Petit-Saconnex e comprende diversi autisti Uber.

Sempre secondo il domenicale il cantone che registra più jihadisti è Zurigo: 18, di cui 12 a Winterthur, seguito da Ginevra e Vaud (14, di cui nove hanno abitato a Losanna e hanno in maggioranza radici bosniache).

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