Il 3° sondaggio Tamedia conferma il vantaggio del "no". La Svizzera italiana, però, rimane la più favorevole all'iniziativa
ZURIGO - Il “no” all’abolizione del canone radiotelevisivo si conferma in vantaggio a meno di due settimane dal voto del 4 marzo prossimo. Come rivela il terzo sondaggio Tamedia, infatti, solo il 39% dei partecipanti si dice a favore dell’iniziativa “No Billag” mentre il 60% la respinge.
La proposta incontra l’opposizione di tutte le fasce d’età. Fra i 18-34enni, spesso indicati come meno interessati alla televisione più tradizionale, la percentuale dei contrari è del 60%. Fra gli over 65 il sostegno al canone si attesta addirittura al 68%. Più scettici i 35-49enni, che respingono comunque l’iniziativa con il 55% di “no”.
La Svizzera italiana si conferma la più favorevole a “No Billag”, con il 45% dei partecipanti al sondaggio che si dice pronto a votare “sì”. Tale valore si ferma invece al 41% nella Svizzera tedesca e al 36% nella Svizzera francese. A Sud delle Alpi il “no” si attesta al 52%. Il 3% non si esprime.
Il fronte dei contrari è soddisfatto: «Abbiamo sentito spesso i promotori dell’iniziativa dire dall’alto dei loro podi che i giovani non volevano pagare per qualcosa che non consumavano affatto», commenta Laura Zimmermann, co-presidente di Operazione Libero. Ora, continua, emerge che questa fascia d’età non è poi così egoista e che questo argomento non sta in piedi. «I giovani preferiscono guardare i programmi in differita su internet, ma il bisogno di informazioni attendibili e corrette non varia con il variare delle generazioni», conclude Zimmermann.
Dal canto suo, il giovane liberale Thomas Juch, del comitato No Billag, sottolinea che non è mai stato detto che l’iniziativa puntasse ai voti dei più giovani: «Il malessere per una tassa così alta e non più attuale è grande in tutte le fasce d’età», sostiene. Inoltre, continua, la maggior parte dei 20enni non ha ancora mai pagato una fattura della Billag siccome vive ancora a casa con i genitori. Le disponibilità finanziarie dei contrari, conclude Juch, farebbero il resto: «Noi abbiamo 180mila franchi, i contrari milioni. Non si sta giocando ad armi pari».
“Sì” al nuovo ordinamento finanziario - Dovrebbe invece incassare una chiaro “sì” il nuovo ordinamento finanziario 2021, l’altro oggetto in votazione a livello federale il 4 marzo prossimo. In due settimane il sostegno alla misura è infatti aumentato di più di 10 punti raggiungendo il 71% dei consensi.
Il sondaggio - 17'164 persone da tutta la Svizzera hanno preso parte online il 15 febbraio scorso alla terza tornata del sondaggio Tamedia sulle votazioni federali del 4 marzo. L’indagine è stata condotta in collaborazione con la LeeWas GmbH dei politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen, che hanno ponderato i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d’errore è dell’1,1%. Per maggiori informazioni: tamedia.ch/sondage (in francese, tedesco e inglese).