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SAN GALLORampe per i disabili troppo ripide: i treni Bombardier rischiano un altro ritardo

29.01.18 - 22:09
L'associazione mantello "Inclusion Handicap" ha fatto ricorso. Sei convogli sarebbero già pronti
Keystone
Rampe per i disabili troppo ripide: i treni Bombardier rischiano un altro ritardo
L'associazione mantello "Inclusion Handicap" ha fatto ricorso. Sei convogli sarebbero già pronti

SAN GALLO - Già in ritardo di quattro anni sulla data prevista, la consegna dei treni a due piani della Bombardier destinati alla tratta Berna-Zurigo potrebbe slittare ulteriormente.

L’associazione mantello per la tutela dei disabili “Inclusion Handicap” ha infatti presentato ricorso contro le FFS, contro il produttore e contro l’Ufficio federale dei trasporti chiedendo la modifica immediata dei sei convogli già pronti e dei 56 ancora in costruzione. Il motivo? I treni «violano la Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili», spiega la capa giurista dell’associazione Caroline Hess-Klein alla trasmissione della televisione svizzero tedesca “10 vor 10”, che ha rivelato il caso. In particolare, i nuovi convogli presentano rampe per le sedie a rotelle troppo ripide, che non permettono alle persone disabili di scendere dal treno senza essere aiutate da altri come imporrebbe la legge. «Le persone in carrozzina necessitano di una piccola spinta», conferma persino l’ex regia federale in un documento interno presentato dalla trasmissione di SRF.

Di cambiamenti, però, né le FFS né Bombardier vogliono sentire parlare. Secondo le ferrovie federali, «l’innalzamento della piattaforma comporta alti rischi a livello di tempistiche e finanziari». Il costruttore, dal canto suo, assicurava invece fino al mese scorso che i convogli avrebbero rispettato le norme vigenti in materia di tutela dei disabili.

La versione definitiva del treno a due piani della Bombardier è stata presentata il 22 dicembre 2017 ed è in quell’occasione che “Inclusion Handicap” ha avuto la spiacevole sorpresa delle rampe troppo ripide. Il ricorso è stato inoltrato a metà gennaio. La parola, ora, spetta al Tribunale amministrativo federale (TAF).

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