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GRIGIONITrump al WEF, economiesuisse punta sulla fiscalità e i contatti personali

19.01.18 - 11:59
«Il presidente americano è un uomo dell'economia e sa come comportarsi negli ambienti d'affari» ha dichiarato SwissHoldings
Keystone
Trump al WEF, economiesuisse punta sulla fiscalità e i contatti personali
«Il presidente americano è un uomo dell'economia e sa come comportarsi negli ambienti d'affari» ha dichiarato SwissHoldings

DAVOS - La presenza del presidente statunitense Donald Trump al WEF genera due principali attese nelle file dell'economia elvetica: l'allacciamento di contatti personali tra l'inquilino della Casa Bianca e il Consiglio federale e una migliore comprensione degli orientamenti della nuova amministrazione degli Usa in merito alla visione "America First". Il tutto sullo sfondo della riforma fiscale voluta dal tycoon.

«La principale preoccupazione di economiesuisse», organizzazione che tutela gli interessi delle grandi imprese elvetiche, è che il Consiglio federale riesca a stabilire contatti personali con Trump, dice all'ats Rudolf Minsch, capo economista di economiesuisse. Si tratta di un aspetto cruciale affinché la Svizzera possa intervenire in modo appropriato in caso di tensioni politiche, come è ad esempio avvenuto in passato in merito allo scambio di informazioni bancarie.

Il mercato statunitense è quello che presenta il maggiore potenziale per le esportazioni elvetiche, ricorda Minsch. «Il presidente Trump ha dichiarato di voler spiegare cosa intenda esattamente con 'America First'» ed economisuisse è ansiosa di ascoltarlo, aggiunge.

Anche SwissHoldings, federazione delle aziende industriali e di servizi in Svizzera, aspetta con interesse le dichiarazioni di Trump. «Il presidente americano è un uomo dell'economia e sa come comportarsi negli ambienti d'affari». Se dovesse avere una condotta inappropriata, come quella avuta in vari dossier secondo un giudizio diffuso, ci sarebbero ripercussioni negative per la stessa piazza statunitense, prevede il direttore di SwissHoldings Gabriel Rumo.

Il progetto "America First" è contestato anche da economisti. Questa settimana l'agenzia di stampa Reuters ha pubblicato parte del contenuto di uno studio realizzato da esperti del Forum economico mondiale (WEF) su presupposti sbagliati in merito alla bilancia commerciale.

Stando al rapporto, la convinzione dell'amministrazione di Donald Trump secondo cui condizioni economiche sleali abbiano condotto a grossi deficit commerciali, come si osserva tra Stati Uniti e Cina, e a perdite d'impieghi è discutibile.

Se il governo a stelle e strisce dovesse provare a ridurre il deficit commerciale con misure protezionistiche, blocchi in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e l'uscita dall'Accordo nordamericano per il libero scambio (NAFTA), vi potrebbero essere ripercussioni negative proprio per le persone che la Casa Bianca vuole aiutare. Le conclusioni della ricerca saranno presentate nel dettaglio e discusse a Davos (GR).

Economiesuisse e SwissHoldings approfittano inoltre della venuta di Trump per fare del lobbismo a favore del Progetto fiscale 17 (PF17), la strategia rapidamente elaborata dal Consiglio federale dopo la bocciatura popolare (59% di no), lo scorso febbraio, della Riforma III dell'imposizione delle imprese. L'obiettivo principale rimane quello di garantire l'accettazione del sistema fiscale svizzero all'estero.

Per l'economia, il PF17 è ancora più urgente dopo la riforma fiscale voluta da Trump. Il principale obiettivo è di garantire la sicurezza del diritto, premessa indispensabile a una pianificazione duratura, dice Minsch, sottolineando che multinazionali con sede in Svizzera stanno valutando uno spostamento negli Usa.

Rumo ha tuttavia un parere diverso. "I dirigenti delle imprese non sono affatto impressionati da qualche slogan di un presidente". Prima di decidere passi quale il trasloco della sede, le aziende hanno bisogno di informazioni complete. Ciò non toglie che la Confederazione deve "proporre alle imprese condizioni attrattive".

Le associazioni economiche sono convinte che grazie al PF17 la Svizzera sarà più interessante degli Usa sul piano fiscale. Per SwissHoldings, le proposte del Consiglio federale sono una buona base e non meritano grosse modifiche.

Dal canto suo, l'Unione sindacale svizzera (USS) considera invece che sarebbe sbagliato reagire alle riduzioni fiscali statunitensi. "Le imposte svizzere sono già più basse rispetto a quelle della riforma americana", spiega l'economista capo dell'USS Daniel Lampart.

Le riduzioni di imposte in Svizzera hanno causato grossi deficit nei Cantoni. Gli investimenti nella manodopera sono molto più importanti dei tagli nella fiscalità. Inoltre, sostiene Lampart, le tasse hanno solo un ruolo secondario per la maggioranza delle imprese.
 
 

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COMMENTI
 

Wunder-Baum 6 anni fa su tio
Sant Ignazio

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Ignazio , pensaci tu... :-))))
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