Il conto 2018 è arrivato e c'è chi crede che l'importo vada rimborsato in caso di approvazione. Non è così
ZURIGO - La fattura della Billag per il 2018 ha già fatto la sua comparsa nelle bucalettere degli svizzeri con la sua richiesta di 451,10 franchi. Una missiva che sta causando un certo malumore fra alcuni cittadini che, in tempi di No Billag, temono di dover pagare questo canone senza che i servizi della SSR siano, a loro avviso, assicurati.
«È una fattura per un servizio non ancora fornito, una fatturazione anticipata insomma», si lamenta un lettore di 20 Minuten. Landru, un altro blogger, chiede che, in caso di approvazione dell’iniziativa, l’ente di riscossione restituisca l’importo pagato con gli interessi. «La grana che incassano per tutto il 2018 andrebbe del tutto persa in caso di approvazione della No Billag», azzarda un terzo.
La situazione giuridica, però, è chiara. L’iniziativa chiede di vietare il canone a partire dal primo gennaio 2019: «Prima di quella data la SSR deve continuare a fornire le proprie prestazioni e a pagare i salari degli impiegati», sottolinea la consigliera nazionale socialista Edith Graf-Litscher. «Anche se l’iniziativa fosse approvata, la SSR non interromperebbe da un giorno con l’altro i servizi che ha fornito finora», aggiunge.
La portavoce dell’Ufficio federale delle comunicazioni, Silvia Canova, conferma che la questione di un rimborso non si pone affatto. La Billag, spiega, ha infatti emesso una fattura per il periodo che va fino a fine 2018, non per il 2019.