Il miliardo di coesione e l'accordo quadro non piacciono. Esperti e politici commentano i risultati del sondaggio Tamedia
BERNA - Il cosiddetto accordo quadro con l’Ue e il miliardo di coesione promesso dal Consiglio federale a Bruxelles sono due temi di stringente attualità nei rapporti fra il nostro Paese e i vicini europei. L’ultimo sondaggio ponderato di Tamedia, cui hanno preso parte 20’422 persone, mostra però che le due proposte avrebbero da poche a nessuna possibilità di passare al vaglio del popolo.
Accordo quadro: «Non si compra a scatola chiusa» - Gilbert Casasus, professore di studi europei all’Università di Friburgo, non è sorpreso dal risultato: «Non è ancora chiaro quali trattati comprenderà l’accordo quadro quindi i cittadini non si sbilanciano molto», sostiene. Nessuna compra niente a scatola chiusa,insomma. La definizione “accordo quadro”, inoltre, è diventata una sorta di non-parola che ha un effetto un po’ inquietante: «In realtà, si tratta semplicemente di estendere più a lungo termine il sistema degli accordi bilaterali esistenti con l’Ue», precisa l’esperto.
Il pressing dell’UE ha fatto calare il consenso? - Secondo Casasus, il consenso limitato per un accordo quadro è da attribuire al pressing che l’UE ha esercitato negli ultimi mesi sul nostro Paese: «La Svizzera credeva di poter negoziare con la stessa durezza dei britannici dopo la Brexit, ma i britannici stessi hanno già avuto la peggio», sottolinea.
UE percepita come «arrogante» - Per quanto riguarda il miliardo di coesione, invece, in dicembre il Consiglio federale aveva lasciato intendere che la sua corresponsione implicasse delle aspettative, nella fattispecie la concessione dell’equivalenza delle borse. Bruxelles, però, ha contrattaccato prorogando l’equivalenza delle borse di un solo anno con l’intento di velocizzare la firma di un accordo quadro: «Dal punto di vista dell’UE questo è assolutamente giustificato, ma in Svizzera la popolazione potrebbe percepirlo come un gesto arrogante», spiega Casasus.
«Gli argomenti dei partiti borghesi hanno funzionato a quanto pare» - Christa Tobler, professoressa dell’Istituto per l’Europa all’Università di Basilea, attribuisce il rifiuto del pagamento del miliardo di coesione al successo degli argomenti dei partiti borghesi. L’Udc e il Plr hanno infatti criticato la mancata richiesta da parte della Svizzera di una contropartita per la corresponsione di quell’1,3 miliardi di franchi. Secondo Casasus, invece, l’assenza di solidarietà verso l’Ue nascerebbe dal fatto che «di base nessuno è contento che i soldi delle proprie imposte finiscano all’estero, anche se servono per facilitare l’accesso a mercati importanti». Del resto, non è sempre chiarissimo a quali progetti sia destinato questo denaro: «Ciò potrebbe accrescere i malumori riguardo al pagamento», sottolinea Casasus, che auspica maggiore trasparenza da parte di Bruxelles riguardo all’allocazione dei fondi.
«Il miliardo di coesione fa parte degli accordi» - Tobler, dal canto suo, non capisce perché solo il 29% dei partecipanti al sondaggio approvi questo finanziamento all’UE: «Il miliardo di coesione fa parte degli accordi bilaterali e testimonia la migliore tradizione svizzera di sostenere la solidarietà e investire in progetti umanitari nei Paesi dell’Est», afferma. L’importo risulta del resto modesto, continua, se confrontato con l’utilità che l’accesso al mercato di questi Paesi garantisce all’economia svizzera. Lo stesso, conclude, vale per l’accordo quadro: «Molti forse non sanno che un adeguato proseguimento della via bilaterale viene messo in pericolo senza questo accordo».
«Lo scetticismo verso l’accordo quadro è grande» - Lukas Reimann, Udc, vede le cose in modo diverso: «Dobbiamo assolutamente fare attenzione a credere che, senza un accordo quadro, la Svizzera vada gambe all’aria», dichiara. Secondo lui, questo sondaggio dimostra che la retorica di coloro che chiedono rapporti più stretti con l’UE convince poco: «Lo scetticismo nei confronti di un accordo quadro è grande perché il Consiglio federale mantiene il massimo riserbo sui dettagli».
Reimann critica aspramente anche il miliardo di coesione. Secondo lui, infatti, il fatto che solo un terzo dei partecipanti al sondaggio sia a favore deriva dal fatto che gli Svizzeri ritengono di ottenere troppo poco dall’UE rispetto ai soldi che pagano con le loro tasse: «L’accordo avrebbe dovuto essere: noi paghiamo, ma attuiamo anche l’Iniziativa contro l’immigrazione di massa alla lettera», conclude.