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NEUCHÂTELUn nuovo metodo per datare i resti umani

08.01.18 - 14:49
Sviluppata dall’Università di Neuchâtel, l’analisi consiste nel combinare informazioni date dal cadavere, ma anche dagli organismi presenti su di esso e dal suolo
Keystone
Un nuovo metodo per datare i resti umani
Sviluppata dall’Università di Neuchâtel, l’analisi consiste nel combinare informazioni date dal cadavere, ma anche dagli organismi presenti su di esso e dal suolo

NEUCHÂTEL - Un nuovo metodo sviluppato da una équipe di ricercatori diretti dall'Università di Neuchâtel (UniNE) permette di migliorare la datazione di resti umani. È stato così possibile identificare un corpo rinvenuto in un bosco dell'Altipiano e stabilire la data del suo decesso.

Per ricostruire l'accaduto hanno unito i loro sforzi il Laboratorio di bioscienze del suolo dell'UniNE, l'Istituto di scienze forensi dell'Università di Berna, il Laboratorio di acarologia dell'Università di Reading (GB) e il Real Jardìn Botánico di Madrid (E), riferisce l'ateneo neocastellano in un comunicato odierno.

Combinando diverse informazioni tratte dall'analisi al carbonio 14 delle ossa e dei capelli, dalla composizione chimica del suolo e dagli organismi presenti sul cadavere (quali acari, vermi nematodi, microeucarioti), i ricercatori hanno stabilito che i resti del defunto si trovavano da più di un anno sul luogo in cui sono stati scoperti.

L'analisi delle ossa e confronti del DNA hanno consentito di identificare la vittima, un giovane che era stato visto per l'ultima volta 22 mesi prima del rinvenimento dei suoi resti. Gli acari presenti sul corpo hanno inoltre permesso di stabilire che il cadavere era stato conservato per un periodo oscillante fra 8 e 12 mesi in un luogo confinato, quale un sacco o un contenitore chiuso, prima di essere trasportato nel bosco e bruciato sul luogo del ritrovamento.

«Nuovi sviluppi tecnologici hanno rivoluzionato la nostra percezione della diversità microbica, che supera di gran lunga quella degli animali e delle piante», rileva Enrique Lara, coautore con lldikò Szelecz della ricerca pubblicata dalla rivista Scientific Reports.

«Questi metodi possono essere applicati nelle scienze medico-legali per stabilire nuovi bioindicatori associati alle diverse tappe della decomposizione di un cadavere, permettendo in questo modo di riunire informazioni sulla data del decesso», precisa lo specialista.

È in ogni caso la prima volta che l'analisi dei vermi nematodi e della diversità dei microeucarioti è stata utilizzata nel quadro dell'istruttoria su un presunto omicidio. I nuovi metodi - rileva il direttore del Laboratorio di biodiversità del suolo Edward Mitchell - sono stati sviluppati studiando la decomposizione in foresta di carcasse di maiali e analizzando dal 2009 più di 800 campioni corrispondenti alle diverse tappe della decomposizione.

Sul piano giudiziario il caso non è ancora risolto e le investigazioni proseguono. Il cadavere è stato rinvenuto parzialmente carbonizzato in un bosco situato ad un'altitudine di 400-450 metri.

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