Cerca e trova immobili

SVIZZERACanone radio-TV, SSR: «Pronti a proporre modelli alternativi»

06.01.18 - 15:15
Lo afferma il direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione Gilles Marchand. A suo parere il campo di battaglia futuro è internet
Keystone
Canone radio-TV, SSR: «Pronti a proporre modelli alternativi»
Lo afferma il direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione Gilles Marchand. A suo parere il campo di battaglia futuro è internet

BERNA - Il finanziamento della Società svizzera di radiotelevisione è un vasto dibattito che è appena iniziato e la SSR è pronta a proporre alla popolazione modelli alternativi.

Lo afferma il direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione Gilles Marchand in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano romando Le Temps.

«Sarà sempre più complicato imporre un canone obbligatorio alle future generazioni» inclini a pagare solamente per ciò che si consuma, osserva. «Ma senza canone non sarà possibile mantenere l'attuale servizio pubblico audiovisivo e pretendere il contrario è una frottola», aggiunge Marchand.

Oltre a tutelare tale servizio è anche «mia responsabilità professionale dire ciò che è possibile e realista e ciò che non lo è», nota Marchand. Egli invita poi «a leggere veramente nel dettaglio il testo dell'iniziativa, poiché non si deve giocare con il pubblico su una simile posta in gioco».

La SSR partecipa a «una certa idea della Svizzera (...) che coltiva la solidarietà audiovisiva e culturale fra le regioni», sottolinea Marchand. In tal modo la SSR «contribuisce alla coesione nazionale, anche se non ne ha il monopolio».

Il futuro - A suo parere il campo di battaglia futuro è internet, proprio dove gli editori di giornali attualmente stanno vivendo una crisi del loro modello d'affari. Di conseguenza egli pensa che una buona parte del futuro della SSR sarà in rete. Si immagina «un vasto portale numerico a disposizione di tutti, su richiesta, con contenuti originali selezionati per temi e l'offerta di archivi».

Il direttore generale pensa che ci saranno «meno canali lineari classici per tv e radio. Forse uno solo per media nelle tre grandi regioni linguistiche, con degli appuntamenti per l'informazione e lo sport in diretta».

Riguardo ad una parziale responsabilità della SSR in merito al lancio dell'iniziativa No-Billag, Marchand ammette che forse non si è dialogato a sufficienza con la popolazione e spiegato meglio ciò che la SSR fa e perché.

"No Billag" - L'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)" in votazione il prossimo 4 marzo è stata depositata dall'Associazione "No Billag" nel dicembre 2015 con 112'191 firme valide. Il testo di legge in votazione prevede che la Confederazione non possa riscuotere canoni, né sovvenzionare o gestire emittenti radiofoniche o televisive. Se l'iniziativa venisse accettata, le attuali concessioni con partecipazione al canone verrebbero revocate senza indennizzo.

Secondo il comitato di sostegno l'iniziativa incoraggia la diversità e la libertà del paesaggio mediatico. Inoltre non è credibile che la SSR scompaia, poiché disporrebbe di finanziamenti tramite abbonamenti e donazioni.

Gli oppositori romandi a "No Billag" all'inizio di novembre hanno lanciato una campagna in vista del voto. Gli svizzero tedeschi del Comitato "Nein zum Sendeschluss" (No alla fine delle trasmissioni) lo hanno fatto ieri, ricordando in particolare che senza canone non potrebbero più essere finanziate le trasmissioni di informazione delle stazioni regionali, che sono un complemento ideale ai programmi della SSR.

Se l'iniziativa venisse accettata ci andrebbero di mezzo la SSR ma anche il personale di 34 stazioni di radio o di televisione locali e regionali. Inoltre scomparirebbero trasmissioni popolari quali "Kassensturz" (a difesa dei concumatori) della televisione SRF e le dirette della discesa libera di sci alpino del Lauberhorn oppure non verrebbero più finanziate commedie quali "Heidi".

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE