Serafe AG dovrebbe riscuotere il canone dal 2019, ma rischia di perdere un madato milionario con la votazione
BERNA - In marzo Serafe AG ha fatto il colpaccio: si è accaparrata il mandato per la riscossione del canone radio-televisivo. A partire dal 2019 si sostituirà a Billag, sempre che l'iniziativa “No-Billag” non passi. Abbiamo chiesto al direttore comunicazione di Serafe, Erich Heynen, se l’azienda sia preoccupata per la votazione.
Signor Heynen, se l’iniziativa No-Billag fosse accettata la sua azienda non servirebbe più. Che aria tira nei vostri uffici?
Si respirano più motivazione e passione per il futuro incarico che incertezza. Siamo fiduciosi di poter iniziare con successo il mandato con una squadra di 40 collaboratori a partire da gennaio 2019.
Che cosa succederebbe a questi impiegati in caso di “sì” all’iniziativa?
Probabilmente la riscossione del canone andrebbe a cadere. Noi, però, ci concentriamo completamente sullo sviluppo della Serafe AG come nuovo servizio di riscossione, non sull’Iniziativa No-Billag.
Per l’intera durata del mandato, 7 anni, riceverete complessivamente 123 milioni di franchi, lavori preparatori compresi. La somma è giustificata per inviare delle fatture?
Sì. Il mandato è molto complesso. La Serafe AG ha calcolato la propria offerta con molta serietà.
Per molti “Billag” significa “canone obbligatorio”. Come intendete levarvi di dosso questa immagine nel caso in cui l’iniziativa non fosse accolta?
La nostra futura attività non è paragonabile a quella dei nostri predecessori. Noi faremo tutto il possibile perché a partire da gennaio 2019 si parli bene di noi.
Come chiamerete il canone? “Canone Serafe”?
No. Molto meglio “imposta domestica”.