Silvan Amberg e Martin Candinas, promotore e oppositore dell'iniziativa No Billag, hanno risposto alle domande dei lettori di 20 Minuten
ZURIGO - La gente odia la Billag, non tanto la SSR in quanto tale. Silvan Amberg e Martin Candinas - rispettivamente iniziativista e oppositore della No Billag - si sono trovati più o meno d’accordo almeno sulla prima domanda che i lettori hanno posto loro nel corso di una live chat organizzata da 20 Minuten.
«Certo che l’odio c’è, ma è una motivazione solo per una minoranza di persone. La maggioranza vuole semplicemente eliminare il canone obbligatorio», ha risposto Amberg - membro di Up! Svizzera e co-presidente del comitato No Billag - a chi chiedeva da dove venisse l’odio per la radiotelevisione svizzera. «Condivido questa opinione. La maggior parte delle persone è soddisfatta dell’offerta della SSR», ha sottolineato dal canto suo Candinas, consigliere nazionale PPD e sostenitore del “no”.
Per il resto i due esponenti si sono trovati in disaccordo su tutto. Per Candinas l’approvazione della No Billag in primavera significherebbe la sparizione sicura della SSR: «Quando a un’azienda si toglie il 90% non esistere più», ha motivato. Secondo Amberg, invece, la radiotelevisione pubblica dovrebbe semplicemente «riorientarsi».
E dell’informazione politica, tanto importante in un Paese in cui vige la democrazia semidiretta, che cosa ne sarebbe? Per il sostenitore della No Billag Amberg, ci sono tanti media privati attraverso i quali tenersi informati, media che approfitterebbero dello spazio lasciato libero dalla SSR. Secondo Candinas, invece, l’eliminazione del canone radio/TV colpirebbe anche queste emittenti, «dipendenti anch’esse» dalla Billag. Il mercato svizzero «piccolo e quadrilingue», del resto, non sarebbe molto attrattivo per gli attori privati.
Proprio riguardo a quest’ultimo punto il lettore Hans Grüter ha chiesto: «Come si può produrre un’offerta radio e TV di qualità nella piccola Svizzera quadrilingue da 8 milioni di abitanti?». Per Amberg non serve rispondere, è una questione di principio: «È immorale obbligare le persone a finanziare qualcosa che trovano scarso», ha affermato. Candinas: «Abbiamo anche le imposte, paghiamo per la scuola o i pompieri: è stato deciso perché serve per la coesione sociale».
A una lettrice che sottolineava la propria difficoltà, vivendo di AVS, nel pagare la Billag, Candinas risponde rassicurando sul fatto che, con il nuovo sistema, il canone scenderà a 365 franchi e non dovrà più essere pagato da chi percepisce delle prestazioni complementari. Per Amberg, però, «365 franchi sono comunque troppi».
Le loro arringhe finali - Per Candinas: «Un “no” alla No Billag equivale a un “sì” alla pluralità mediatica. È un “sì” alla SSR e una “sì” a una Svizzera mediatica federalista nella quale a tutte e quattro le regioni linguistiche viene fornita informazione. Questo, tuttavia, costa 365 franchi». Amberg: «Solo con un “sì” alla No Billag sarà eliminato il canone obbligatorio e la SSR sarà costretta a ripensarsi».