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BERNAL'imposta federale diretta ai cantoni reesta al 20,5%

06.09.17 - 13:56
Grazie al Progetto fiscale 17 i Cantoni possono compensare una parte delle minori entrate attese e individuare la strategia più adatta
L'imposta federale diretta ai cantoni reesta al 20,5%
Grazie al Progetto fiscale 17 i Cantoni possono compensare una parte delle minori entrate attese e individuare la strategia più adatta

BERNA - Malgrado le dure critiche dei cantoni, il Consiglio federale non intende aumentare maggiormente la quota che loro riversa dell'Imposta federale diretta (IFD) prevista dal Progetto fiscale 17 (PF17). Nell'inviare il progetto in consultazione (fino al 6 dicembre), l'esecutivo ha deciso di fissare tale tasso al 20,5%.

Tale percentuale figurava già nel messaggio sulla Riforma III dell'imposizione delle imprese (riforma poi bocciata dal popolo). Il Parlamento l'aveva in seguito innalzata al 21,2%.

Quest'ultima percentuale era poi stata ripresa a inizio giugno dall'organo di pilotaggio composto da rappresentanti della Confederazione e dei Cantoni. Pochi giorni dopo l'esecutivo aveva però deciso di limitare l'aumento della quota parte dell'imposta versata ai Cantoni (attualmente al 17%) al 20,5%.

Tale decisione aveva suscitato le ire della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF) che aveva reagito con incomprensione e stupore. La decisione del governo, aveva sottolineato la CDF in una nota, mette in pericolo l'equilibrio del progetto e non rispetta più il federalismo fiscale.

In una nota pubblicata oggi, il Consiglio federale sostiene invece che «il PF17 è un progetto d'impronta federalistica». Grazie al nuovo Progetto fiscale, i Cantoni godono infatti «di un margine di manovra attuativo, che consente di compensare una parte delle minori entrate attese a livello cantonale e permette loro di individuare la strategia più adatta alle proprie esigenze».

I Cantoni riceveranno così 825 milioni di franchi in più rispetto alla situazione attuale. Con un tasso al 21,2% riceverebbero 990 milioni in più.

Questi soldi serviranno per compensare, almeno parzialmente, la soppressione degli statuti speciali per le società holding e quelle di gestione invisi all'Unione europea e all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). In contropartita verranno introdotti altri strumenti fiscali.

Come già più volte annunciato, il PF17 prevede l'introduzione di patent box (ossia strumenti fiscali che consentono un'imposizione privilegiata dei redditi generati dalla proprietà intellettuale) conformi agli standard Ocse e l'aumento delle detrazioni fiscali previste per spese di ricerca e sviluppo.

A differenza del progetto precedente, queste deduzioni dovranno essere incentrate prevalentemente sulle spese del personale. Lo sgravio fiscale conseguito tramite patent box e deduzioni per ricerca e sviluppo non dovrà inoltre superare il 70%. Con la RI imprese III questo limite era dell'80%.

Il PF17 prevede anche nuovi introiti fiscali, tramite l'innalzamento della quota d'imposizione dei dividendi. Secondo il nuovo progetto l'attuale aliquota dal 50% deve essere portata al 70%.

Questo elemento era già presente nella precedente riforma, ma l'incremento era stato limitato al 60%. Per beneficiare della riduzione bisognerà sempre detenere almeno il 10% del capitale.

La misura permetterà di generare nuove entrate pari a 70 milioni di franchi all'anno per la Confederazione e 335 per i Cantoni. Tenendo conto anche dei 825 milioni supplementari generati dall'aumento della quota parte dell'IFD a loro destinata, i Cantoni disporranno quindi complessivamente di 1,2 miliardi in più.

Anche le aziende saranno poi chiamate a dare un contributo, tramite l'aumento di 30 franchi dell'importo minimo degli assegni famigliari (che salirebbero così a 230 franchi) e per i figli in formazione (che passerebbero a 280 franchi).

Il PF17 non contiene invece più la controversa imposta sugli utili con deduzione degli interessi nozionali, un interesse fittizio su investimenti in capitale proprio, uno degli elementi più criticati della RI imprese III.

Il nuovo Progetto fiscale costerà alla Confederazione 755 milioni di franchi. A questa cifra vanno poi aggiunti 180 milioni che saranno utilizzati nell'ambito della perequazione finanziaria per evitare che i Cantoni economicamente più deboli subiscano ripercussioni finanziarie negative. Non si tratta tuttavia di una nuova spesa, ma piuttosto dell'arresto della riduzione del volume della compensazione dei casi di rigore (che attualmente diminuisce del 5% all'anno).

Le ripercussioni finanziarie per i cantoni e i comuni dipenderanno invece dalle scelte effettuate dalle singole autorità locali. Durante i dibattiti parlamentari sulla precedente riforma erano state evocate perdite per i Cantoni pari a circa 2 miliardi di franchi.

Il nuovo Progetto fiscale dovrebbe essere pronto per l'esame parlamentare nella primavera del prossimo anno. Entrerà in vigore al più presto nel 2020.

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