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GINEVRAReferendum catalano: «Dalla Svizzera andremo a Barcellona a manifestare!»

06.09.17 - 11:26
In Catalogna si vota per approvare la consultazione. Gli indipendentisti catalani nel nostro Paese sono pronti
Keytone/David D'Enterria
Referendum catalano: «Dalla Svizzera andremo a Barcellona a manifestare!»
In Catalogna si vota per approvare la consultazione. Gli indipendentisti catalani nel nostro Paese sono pronti

BARCELLONA / GINEVRA - Nel parlamento regionale catalano si discute in questi minuti la modifica dell’ordine del giorno per procedere all’approvazione della legge sul referendum sull’indipendenza della Catalogna del 1° ottobre prossimo (“1-O”). La misura incontra la resistenza dell’opposizione parlamentare catalana e del governo centrale di Madrid.

David D’Enterria, rappresentante per la Svizzera dell’organizzazione indipendentista Assemblea nazionale catalana, ci parla di come i catalani pro-secessione che vivono nel nostro Paese si stiano preparando alla battaglia contro Madrid.

In questa settimane sarete in Catalogna per lavorare attivamente per il referendum?

Molti catalani che vivono in Svizzera vanno a Barcellona questo fine settimana per partecipare alla manifestazione annuale per la festa nazionale lunedì 11 settembre. Saremo lì e manifesteremo con altri 1-2 milioni di persone, come abbiamo fatto ogni volta negli ultimi sei anni.

Qual è il vostro impegno in Svizzera per il referendum?

I membri dell'Assemblea Nazionale Catalana in Svizzera hanno partecipato a varie riunioni aperte per spiegare ai nostri connazionali a Zurigo, Ginevra, Losanna, Berna e Basilea come registrarsi nel censimento elettorale dei catalani all'estero, affinché possiamo tutti ufficialmente votare nel referendum del 1° ottobre. Secondo la legge catalana, saremo in grado di inviare i nostri voti alla delegazione catalana a Ginevra.

I vostri amici e parenti in Catalogna sono preoccupati per le possibili conseguenze della consultazione?

Qualsiasi tentativo di Madrid di liquidare con la forza l'autogoverno catalano sarà visto a livello internazionale come un attacco ai diritti fondamentali. La Catalogna è un territorio storico con lingua, cultura e storia proprie e ha il diritto all'autodeterminazione. L'eliminazione dell'autonomia catalana da parte di Madrid può giustificare una dichiarazione unilaterale di indipendenza in base al diritto internazionale: la "remedial-right-only secession", ovvero se lo Stato genitore non riesce a garantire il governo autonomo, come applicato nel caso del Kosovo (La Spagna, tuttavia, non riconosce il Kosovo, ndr). La gente è preoccupata, ma anche determinata a votare con ogni mezzo. La democrazia deve prevalere. In caso di collisione tra la Catalogna e la Spagna, speriamo che il governo svizzero possa svolgere un ruolo di mediazione che garantisca ai cittadini della Catalogna il voto per decidere il futuro politico della nostra nazione.

Temete che la risposta di Madrid possa essere più dura di quanto previsto?

Madrid cerca di spaventare il più possibile il governo e il parlamento catalani per evitare l'approvazione delle “leggi di rottura". Tuttavia, la maggioranza del parlamento catalano è stata eletta con tale impegno e i deputati stanno rispettando solo i loro obblighi democratici. Perciò andranno avanti con l'approvazione delle leggi indipendentemente dalle minacce di Madrid. Organizzare un referendum democratico non è un crimine ovviamente. Cosa può fare Madrid? Cercare di mettere in prigione il governo catalano e 72 deputati? Sarebbe una assurdità. Ogni azione contro l'autogoverno della Catalogna porterà tutto il paese nelle strade, e Madrid lo sa. Anche in Europa e internazionalmente, sarebbe molto difficile giustificare qualsiasi azione di forza contro un movimento democratico.

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