Lo sfogo di un'ex-docente che vorrebbe possibile l'espulsione dei casi limite, molte le critiche: «Così si rovinano le vite dei ragazzi»
ZURIGO - Droghe, alcool, violenze fisiche in classe o mancare di rispetto al docente: «I limiti di ciò che è lecito a scuola sono spesso superati già alle medie», commenta l'ex-insegnante e formatrice Ulrike Pittner. Questo perché «i ragazzi sanno di avere comunque il coltello dalla parte del manico». In che senso? Visto che si tratta di scuola dell'obbligo non possono essere puniti in maniera significativa per esempio con un espulsione: «Il tutto si riduce a infinite discussioni e colloqui, e i diretti interessati se ne infischiano. Intanto l'ambiente in classe ne risente e non si riesce più a fare lezione».
Ma è davvero impossibile espellere da una scuola media uno studente particolarmente distruttivo? In realtà la misura è possibile e contemplata in diversi cantoni, ma solamente a partire dall'ultimo anno del percorso e solo ed esclusivamente «come ultima risorsa per casi estremamente gravi». Fra le altre sanzioni proposte c'è la sospensione fino a quattro mesi o il trasferimento. Si tratta quindi di un'extrema ratio praticamente mai utilizzata.
Pittner sulle pagine del Basellandschaftlichen Zeitung lancia quindi la provocazione: «La scuola dell'obbligo termini alla fine delle elementari e le medie funzionino, almeno per le ammissioni, come le superiori. Chi vuole restare si comporti bene, altrimenti a casa».
La proposta trova la simpatia della consigliera nazionale Udc verena Herzog, da anni anche lei alle prese con «casi problematici» che hanno paralizzato classi intere e portato all'esaurimento i loro docenti: «Cambiare il sistema è difficile, ma quando nemmeno le sospensioni funzionano più si dovrebbe poter “scusare” uno studente dannoso di modo che il resto della classe possa continuare a lavorare».
Non sono della stessa opinione, invece, gli insegnanti: «Si rischia di causare danni irrimediabili alle vite di questi ragazzi. Se un 13enne si trova lasciato a casa come potrà mai inserirsi nel mondo del lavoro?», si chiede Dani Kachel dell'Associazione insegnanti delle scuole medie del canton Zurigo, «ricordiamo che il nostro lavoro è anche quello di proteggere gli allievi da sé stessi». Secondo lui, quindi, le misure già in vigore sarebbero sufficienti.