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SVIZZERALa Svizzera ha esportato meno armi

21.02.17 - 10:20
C'è stato un calo del 7.8% rispetto al 2015. In forte aumento risultano le esportazioni verso l'Africa
La Svizzera ha esportato meno armi
C'è stato un calo del 7.8% rispetto al 2015. In forte aumento risultano le esportazioni verso l'Africa

BERNA - Nel 2016 la Svizzera ha esportato meno materiale bellico rispetto all'anno precedente. Le aziende elvetiche hanno consegnato beni per 411,9 milioni di franchi in 70 Paesi diversi. Si tratta del dato più basso dal 2006.

Rispetto al 2015 si riscontra una diminuzione del 7,8%, ha detto ai media a Berna Simon Plüss della Segreteria di Stato dell'economia (SECO) presentando la statistica sulle esportazioni di materiale bellico.

Più della metà degli export è andata verso l'Europa, con una tendenza al ribasso. Un quarto delle consegne è finito in Asia mentre l'11,2% in America. In forte aumento risultano le esportazioni verso l'Africa (+207%). "Il mercato asiatico è in forte crescita a livello internazionale, ma questa crescita non coinvolge le esportazioni svizzere", ha sottolineato Plüss. Questo è dovuto alle inasprite norme vigenti in Svizzera, volte in particolare alla difesa dei diritti umani.

Sempre riguardo alla sicurezza e alla protezione dei diritti, Plüss ha sottolineato l'importanza dei controlli post fornitura che vengono effettuati dalla Confederazione. Nel 2016 queste verifiche - durante le quali viene accertato l'utilizzo e la qualità dello stoccaggio del materiale - sono state effettuate in Bahrein, Cile, Kenya, Kuwait, Oman, Senegal, Seychelles e Thailandia, e in tutti i casi i risultati sono stati soddisfacenti.

La Svizzera è uno dei pochi Paesi che controlla in loco le esportazioni di materiale bellico.

Per quel che riguarda l'Africa, il dato delle esportazioni in forte crescita si spiega soprattutto con importanti ordinazioni dal Sudafrica, che ha acquistato materiale per 51,3 milioni di franchi, contro i 16,6 milioni dell'anno precedente. In questo modo lo Stato africano è diventato il secondo cliente in assoluto per la Svizzera.

L'acquirente più importante rimane la Germania, con esportazioni dal valore di 93,2 milioni di franchi. Al terzo posto c'è invece l'India (34,6), seguita da Stati Uniti (32,1) e Pakistan (25,5).

Riferendosi allo studio pubblicato ieri dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), secondo il quale la Svizzera risulta al 14esimo posto mondiale per esportazioni di armi, Plüss ha voluto specificare il sistema di rilevazione statistica. I dati internazionali tengono infatti conto anche di ambiti come la costruzione di strutture o la fornitura di servizi, variando notevolmente le cifre rispetto a quelle della SECO, che tiene in considerazione solamente il materiale bellico vero e proprio.

Domande accolte e respinte - Nel 2016 sono state presentate alla SECO 2499 nuove domande di esportazione (2015: 2238). Ne sono state accolte 2395 per un valore totale di 2,195 miliardi di franchi. 29 domande sono state respinte (0).

Su un totale di 2195 milioni di franchi di esportazioni autorizzate nel 2016, 1018 milioni sono imputabili a operazioni già autorizzate in precedenza. Le nuove esportazioni autorizzate ammontano a circa 1184,7 milioni di franchi e sono quindi aumentate di 415 milioni rispetto all'anno precedente (769).

Tra i fattori che hanno portato al rifiuto delle domande vi sono il mantenimento della pace, della sicurezza internazionale e della stabilità regionale, la situazione interna del Paese destinatario, gli sforzi della Svizzera nell'ambito della cooperazione allo sviluppo e il rischio che le armi da esportare fossero utilizzate contro la popolazione civile o trasferite a un destinatario finale indesiderato.

L'anno scorso la SECO ha ad esempio negato il permesso per l'esportazione di impianti di raffreddamento industriali dalla Svizzera al Pakistan, poiché avrebbero potuto essere destinati all'armamento nucleare.

Piccolo calibro - Con il proprio rapporto annuale sul controllo dell'esportazione di armi leggere e di piccolo calibro la Svizzera partecipa agli sforzi internazionali per rendere più trasparente questo settore. Nel 2016 è stata autorizzata l'esportazione di 14'723 armi leggere e di piccolo calibro (2015: 7933), destinate soprattutto a imprese attive nel commercio di armi, imprese industriali, forze straniere, organismi di polizia stranieri e altri enti statali.

Secondo un'indagine che l'Institut de hautes études internationales et du développement di Ginevra - un istituto indipendente - effettua ogni anno sul grado di trasparenza nelle esportazioni di armi leggere, dal 2009 al 2015 la Svizzera è stata sistematicamente indicata come Paese che vanta la massima trasparenza in quest'ambito. Nel 2016 la Confederazione si è invece piazzata quinta.

Questo passo indietro, secondo la SECO, è dovuto in particolare a un errore nell'acquisizione dei dati da parte dell'ONU o a una svista dello stesso Small Arms Survey, che nella sua valutazione non ha tenuto conto delle informazioni fornite dalla Svizzera a Comtrade, la banca dati ONU. Se si fosse tenuto conto di tutte le informazioni, la Svizzera sarebbe al primo posto con 19,75 punti, insieme alla Germania e al Regno Unito.

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COMMENTI
 

siska 7 anni fa su tio
Ah ah ah ah ah ah ah ah ma chi ci crede a ste notizie!
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