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BASILEA CITTÀQuando la fattura elettronica finisce nello spam

08.02.17 - 21:53
Quali sono le conseguenze? La Fondazione per la protezione dei consumatori: «I clienti devono essere ben informati»
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Quando la fattura elettronica finisce nello spam
Quali sono le conseguenze? La Fondazione per la protezione dei consumatori: «I clienti devono essere ben informati»

BASILEA - «Il mio telefono squilla. Dall’altro lato, una simpatica ragazza dice di avermi chiamato per avvisarmi. Se non pago la fattura del centro fitness entro pochi giorni, il mio caso sarà trasmesso ad una agenzia di recupero crediti. E la fattura sarà salata», ha riferito una giornalista del “Basler Zeitung”. Si è forse scordata di una fattura? Eppure giura di non aver ricevuto alcun richiamo. «Le abbiamo inviato tutto per e-mail», le spiega quindi l’interlocutrice.

«La buona notizia è che non sono pazza», ha raccontato la redattrice. Il problema invece è che i suddetti messaggi sono stati considerati come spam, in quanto provenienti da un indirizzo sconosciuto, e quindi sono finiti direttamente nell’apposita cartella. «È un problema che colpisce sempre più persone - spiega una delle responsabili del magazine tedesco “Beobachter -. Ogni volta restano sorpresi nel vedere che fatture e richiami possano terminare nello spam. Per questo noi consigliamo sempre di dare un’occhiata, soprattutto quando si stabilisce una relazione online con un creditore.»

La Fondazione per la protezione dei consumatori conferma di essere a conoscenza del fenomeno. «Sempre più aziende decidono di risparmiare carta, inchiostro e francobolli, inviando le proprie fatture tramite posta elettronica. Per noi questo non costituisce un problema, a patto che i clienti siano informati. Sono in molti a dare per scontato che le fatture vengano recapitate solo per posta», ha spiegato il portavoce Michael Grütter.

Una buona comunicazione, spiega inoltre, è essenziale per tutti: «Le agenzie di recupero crediti spesso sono molto aggressive. Rischiano di stressare e irritare i clienti». La giornalista infatti si è detta «felice» che la sua palestra l’abbia avvisata al telefono. E ha confermato che, qualora fosse stata contattata da un’agenzia pronta a minacciarla, avrebbe di certo disdetto il proprio abbonamento.

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