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MALI / SVIZZERALa svizzera rapita è ancora viva

11.01.17 - 08:21
Beatrice Stöckli è nelle mani del gruppo Al-Qaida nel Maghreb islamico da un anno. Ieri è stato diffuso un video della donna. «Sono in buona salute»
La svizzera rapita è ancora viva
Beatrice Stöckli è nelle mani del gruppo Al-Qaida nel Maghreb islamico da un anno. Ieri è stato diffuso un video della donna. «Sono in buona salute»

BAMAKO - «Sono in buona salute». Il viso provato che compare in un video diffuso ieri dal gruppo Al-Qaida nel Maghreb islamico è quello di Beatrice Stöckli, la donna svizzera che da più di un anno si trova nelle mani degli jihadisti.

La prova che la missionaria protestante svizzera rapita a Timbuctù lo scorso gennaio è ancora in vita è stata riportata da SITE, che segue le attività online delle organizzazioni jihadiste.

«Ringrazio il Governo svizzero» - Nel video di circa due minuti pubblicato su Telegram e Twitter, la missionaria indica in francese la sua identità e la data del 31 dicembre 2016, con una voce flebile, appena udibile, ed il volto avvolto in un velo nero. La basilese afferma di essere stata rapita da Aqmi «360 giorni fa». Poi saluta la famiglia e ringrazia «il Governo svizzero per tutti gli sforzi fatti» per tentare di ottenerne la liberazione.

DFAE: «Liberazione senza condizioni» - Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha comunicato ieri sera di essere a conoscenza del nuovo video. «La Svizzera chiede la liberazione senza condizioni» di Beatrice Stöckli, aggiunge in una nota.

Terzo video - Aqmi aveva rivendicato a fine gennaio 2016 in un primo video il sequestro, avvenuto nella notte tra il 7 e l'8 gennaio precedente, della donna svizzera Timbuctù, in Mali. Un secondo video, molto simile a quello pubblicato ieri, era stato messo online dal gruppo terroristico islamico a metà giugno 2016, dando una prova di vita dell'ostaggio.

Rapita già nel 2012 - La basilese era era già stata rapita una prima volta nell'aprile del 2012 da estremisti islamici, sempre in Mali. In quell'occasione era stata liberata alla condizione di non mettere mai più piede nel paese africano.

Impegno sociale - Era però tornata a vivere nel gennaio 2013 a Timbuctù, dove è nota per il suo impegno sociale e per la sua attività di diffusione del cristianesimo. Secondo un pastore rappresentante della Chiesa battista della città, interpellato dalla RSI cinque anni fa, Beatrice Stöckli «svolgeva un'attività missionaria di tipo autonomo, anche attraverso l'assistenza ai bambini in un quartiere periferico».

 

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