Cerca e trova immobili
Secondo una perizia psichiatrica non è possibile sostenere che una misura terapeutica istituzionale presenta vantaggi rispetto ad un nuovo trattamento ambulatoriale
LOSANNA - Modificando la propria giurisprudenza in materia, il Tribunale federale (TF) non esclude che possa essere deciso - in questo caso nei riguardi di un pedofilo - un nuovo trattamento ambulatoriale, malgrado il fallimento di una precedente cura.
I giudici hanno esaminato il caso di un trentenne condannato a Zurigo a tre anni e tre mesi di carcere per atti pedofili. Dopo aver espiato la prima parte della condanna in un penitenziario, l'uomo è stato trasferito in un istituto aperto, nel quale è stato sottoposto ad un trattamento ambulatoriale.
Pochi mesi dopo il trentenne è tornato in carcere a causa dei timori suscitati dalla scoperta di immagini a carattere sessuale di adolescenti nello smartphone che si era procurato malgrado ciò gli fosse formalmente vietato.
Ritenendo concreto il rischio di recidiva, l'autorità zurighese di esecuzione delle pene aveva deciso di sospendere l'esecuzione della condanna a favore di una misura terapeutica istituzionale, una decisione confermata successivamente dal Tribunale cantonale.
Accogliendo il ricorso del trentenne, il TF considera invece possibile di ordinare un nuovo trattamento ambulatoriale, benché il precedente sia fallito. Nel caso in esame le condizioni che permettono, dopo l'esecuzione della pena, di ordinare una misura terapeutica istituzionale in un stabilimento chiuso non sono riunite, rilevano i giudici.
Secondo una perizia psichiatrica non è possibile sostenere che una misura terapeutica istituzionale presenta vantaggi rispetto ad un nuovo trattamento ambulatoriale.
