In Svizzera sono 73mila i bambini colpiti dalla povertà. Il racconto di Clara L., divorziata, madre di tre figli, che vive con 3.250 franchi al mese. «Niente regali di Natale e telefonini»
FRAUENFELD - Sono 73.000 i bambini poveri in Svizzera. In Ticino i minorenni a rischio povertà sono uno su tre. Migliaia di persone che, nella ricca Svizzera, vivono una quotidianità fatta di tante piccole grandi rinunce per arrivare a fine mese.
Tra queste migliaia di anime che lottano vi è Clara L., madre di tre figli in età adolescenziale che, a 20 Minuten, ha raccontato il suo caso.
Clara L. non vuole l'assistenza - La 46enne turgoviese è divorziata, ma non ha nessuna intenzione di sprofondare nel baratro dell'assistenza sociale. E spiega il perché: «Voglio evitare di dover pagare i debiti all'Ufficio del sostegno sociale non appena i figli se ne vanno via di casa».
3.250 franchi al mese per lei e i suoi tre figli - E allora Clara ha deciso di non arrendersi e di riuscire a vivere con i soldi a disposizione: 3.250 franchi per lei e i suoi tre figli. Il suo impiego a metà tempo di assistente medico le consente di portare a casa 2.500 franchi al mese. In più ci sono gli alimenti dell'ex marito, che raggiungono una cifra totale massima di 750 franchi. «Il padre si è messo in proprio e gli alimenti li paga il Comune», aggiunge Clara.
«Già il formaggio mi risulta troppo caro» - La quotidianità della famiglia è contraddistinta dalle privazioni. «Alla Migros e alla Coop posso permettermi di acquistare soltanto i prodotti primo prezzo», continua L. Spesso a pranzo e a cena si mangiano pasta o patate. «Risparmio dove posso. Già il formaggio mi risulta spesso troppo caro, per non parlare della carne svizzera». Anche gli alimenti di base vengono razionati. «Compero un litro di latte alla settimana. Quando finisce si beve té».
Alla Caritas e al Tavolino magico per acquistare generi alimentari - L. si reca spesso al mercatino della Caritas e al «Tischlein deck Dich», corrispondente al nostro Tavolino magico. Con un importo simbolico si può così accedere a generi alimentari che, altrimenti, verrebbero buttati via. Ad usufruire di questo aiuto non vi sono soltanto stranieri, ma, come sottolinea Clara, «sorprendentemente anche tanti svizzeri». «Vi sono soprattutto anziani, che hanno passato tutta la loro vita a lavorare», osserva Clara L.
Niente shopping. I vestiti arrivano da parenti e amici - Per quanto riguarda l'abbigliamento, l'euforia dello shopping è un'esperienza che Clara e i suoi figli non possono permettersi. In caso di bisogno ci sono parenti e amici. «Sanno della nostra situazione e ci regalano vestiti che non usano più», afferma L. a 20 Minuten.
Risparmio sull'energia e lavori di portineria per pagare meno affitto - Clara L. e i suoi tre figli risparmiano anche sui consumi energetici. «Soltanto il figlio più grande fa la doccia tutti i giorni», continua la 46enne. «L'affitto di casa nostra è molto basso, perché ci siamo accordati con gli altri inquilini per eseguire noi stessi i lavori di portineria».
Tempo libero. Niente bar e discoteca - Le attività del tempo libero sono ridotte all'osso. «Il figlio più grande ha compiuto da poco i 18 anni. Mentre i suoi coetanei escono, lui resta a casa o si incontra con i suoi amici all'aperto». In tutti i casi, visto i problemi di alcolismo del padre, il 18enne preferisce evitare di andare a bere nei bar o nelle discoteche. La figlia più piccola, che ha 11 anni, ama la chitarra, ma le lezioni per imparare a suonarla se le può permettere perché la scuola che frequenta le offre a metà prezzo. Per quanto riguarda poi gingilli tecnologici quali il telefonino, Clara L. racconta che, ai suoi figli, dice che il desiderio si potrà realizzare soltanto quando saranno riusciti a risparmiare il denaro sufficiente per acquistarne uno.
A Natale niente regali - Manca un mese a Natale e la festa in casa L. è vissuta diversamente rispetto a molte altre famiglie svizzere. «Non ci regaliamo niente e non c'è neppure un albero di Natale». La serata della vigilia passa in tutta tranquillità a casa, davanti alla tv a guardare un film. I tre figli non vogliono di più. «Vedono come lotto tutti i giorni per sbarcare il lunario. Se per una serata ci concediamo un po' di relax, non succede niente».
Tuttavia la famiglia non rinuncia alle vacanze estive. La meta erano di solito i campeggi in Svizzera, ma ormai la scelta cade in Germania. «In Svizzera un posto tenda costa 500 franchi alla settimana. Troppo caro». Il grande sogno della famiglia L. è di prendere l'aereo e di raggiungere una meta lontana. «Il nostro desiderio è di andare in Sri Lanka. Abbiamo letto molte cose interessanti su questo Paese». Un sogno difficilmente realizzabile. Ora che il figlio più grande è diventato maggiorenne, infatti, potersi permettere un viaggio intercontinentale diventa ancora più difficile. «Non ricevo più gli alimenti ed ora deve assicurarsi autonomamente presso una cassa malati. Non ho nessuna idea di come potremo pagarla».
Nel 2014 in Svizzera un bambino su 20 era povero. I minorenni a rischio povertà erano 234.000, ossia 1 su 6.