A Döttingen, assicura il sindaco del comune che ospita Beznau, il «95%» dirà "no" all'iniziativa contro il nucleare. C'è anche chi pensa, però, di vivere su una «polveriera»
DÖTTINGEN - Il campanile della chiesa si staglia caparbio nel cielo: «Sono il cuore di Döttingen!», sembra ricordare ai visitatori. Il comune del canton Argovia, del resto, non ha un vero e proprio centro: qualche azienda qui, qualche capannone là. Dietro una collina coperta di viti, su un’isola artificiale nell’Aare, la centrale nucleare più vecchia del mondo.
Sul suo destino dovrà decidere alla fine di questo mese il Popolo svizzero. Se accoglie l’iniziativa per l’abbandono del nucleare dei Verdi, Beznau I e II dovranno chiudere nel 2017, a rispettivamente 48 e 46 anni compiuti. Per impianti così vetusti, mettono in guardia gli iniziativisti, il rischio di incidente nucleare è «estremamente elevato».
Gli abitanti di Döttingen, però, la vedono diversamente. I Verdi hanno messo in piedi un «teatro», lamentano due anziani del posto. «Ma lei lo sa? Almeno il 90% della gente di qui è per l’energia atomica», assicurano. Il sindaco del paese, Peter Hirt, crede addirittura che i suoi attempati concittadini sottostimino questo dato: l’iniziativa sarà respinta con un 95% di “no” a Döttingen, scommette.
Heinz Kipfer, 83 anni, ha dal canto suo lavorato per molti anni nella centrale di Beznau. Come controllore della protezione contro le radiazioni, racconta non senza orgoglio. «Non abbiamo mai avuto problemi», assicura. A casa ha le pastiglie di iodio a portata di mano, ma non crede gli serviranno mai: «E se proprio servissero almeno capiremmo perché le abbiamo», afferma ironico.
L’azienda che gestisce Beznau, la Axpo, non solo è il più importante datore di lavoro della regione, ma è anche un buon contribuente, o almeno lo era. Che l’energia atomica non sia più redditizia come era in passato lo nota infatti anche il sindaco Hirt nelle casse comunali. Nel 2008 l’azienda pagava ancora 12 milioni di franchi di imposte. L’anno scorso ne ha versati meno di 2.
A Döttingen iniziano tuttavia a comparire anche gli oppositori dell’atomo. Uno di loro, un giovane, ci dice di avere due figli: «Si spera solo che non succeda nulla», afferma. Anche una donna si dice preoccupata: «Episodi come Fukushima danno la sveglia, ci si rende conto di stare seduti su una polveriera», confessa.
Una cosa è chiara: prima o poi Beznau sarà smantellata anche senza l’iniziativa.