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BERNA«L'accoglienza e l'istruzione dei giovani migranti è da migliorare»

02.11.16 - 11:08
Nel 2015 il numero di adolescenti non accompagnati è più che raddoppiato: da 1'806 a 4'216
TiPress
«L'accoglienza e l'istruzione dei giovani migranti è da migliorare»
Nel 2015 il numero di adolescenti non accompagnati è più che raddoppiato: da 1'806 a 4'216

BERNA - La situazione attuale dei giovani migranti non accompagnati presenta ancora diverse lacune in Svizzera. Lo sostiene Rolf Widmer, presidente della Fondazione svizzera del servizio sociale internazionale (SSI) che si occupa proprio di minori che giungono nella Confederazione senza la propria famiglia.

Nel 2015, il numero di adolescenti non accompagnati è più che raddoppiato, stando ai dati della Segreteria di stato della migrazione (SEM): da 1'806 a 4'216. A fine settembre 2016, il fenomeno aveva già raggiunto la nuova cifra record di 5'184.

Alcuni cantoni hanno incontrato difficoltà nel gestire questa ondata migratoria, soprattutto per quel che riguarda scolarizzazione e sistemazione dei giovani profughi.

In un'intervista all'ats, Widmer afferma comunque che da un punto di vista logistico non ci si può lamentare, ma servirebbero più strutture con anche spazi privati: "la situazione non è ottimale", ma la maggioranza dei ragazzi "ha un alloggio e riceve un'istruzione".

Il problema principale risiede nella carenza di accompagnatori, che impedisce ai minori di avere una persona di referenza che possa seguirli individualmente: "Nel canton Turgovia, sono addirittura abbandonati a se stessi durante la notte", denuncia Widmer.

L'inserimento socio-professionale dei giovani richiedenti asilo è un altro aspetto difficoltoso, in quanto, fa notare il presidente della SSI, è difficile formarli e renderli autonomi entro i 18 anni, età in cui i cantoni stimano di non dover più occuparsi di loro. Ciò accade perché la maggior parte di questi migranti arriva fra i 15 e i 17 anni, disponendo dunque di poco tempo per imparare la lingua e intraprendere un percorso professionale.

Per facilitarne l'integrazione, Widmer propone di predisporre una formazione di circa sei mesi, per permettere ai ragazzi di imparare gli aspetti pratici del lavoro al quale sono interessati. Per fare ciò, è però in prima battuta necessario identificare gli interessi e le competenze individuali, in modo da poterle valorizzare, ricorda il presidente del SSI.

La qualità dell'assistenza - osserva Widmer - varia molto di cantone in cantone, a dipendenza delle differenti volontà politiche. Come modelli positivi in materia cita Berna e Vaud. In quest'ultimo cantone, ad esempio, i centri non accolgono più di 40 giovani migranti, che vengono poi suddivisi in piccoli gruppi.

Secondo il presidente della SSI, l'argomento della mancanza di mezzi finanziari non regge in un paese ricco come la Svizzera. "Offrire a questi ragazzi una scrivania per fare i compiti e uno spazio personale è prima di tutto una questione di rispetto", ha concluso.

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