Le ragioni? La necessità di diminuire i costi e di aumentare la competitività. Vi saranno inoltre "adattamenti" nelle prestazioni sociali
BERNA - Le FFS sopprimeranno 1400 posti di lavoro nei prossimi quattro anni: lo hanno annunciato stamani le stesse ferrovie federali, motivando la misura con la necessità di diminuire i costi e di aumentare la competitività. Saranno evitati per quanto possibile i licenziamenti.
L'azienda - si legge in un comunicato odierno - punta a ridurre gli oneri di 1,2 miliardi entro il 2020, con tagli nell'amministrazione, ma anche nel traffico ferroviario. Non vi saranno però passi indietro sulla sicurezza e sulla qualità, assicurano i vertici.
Le FFS vogliono migliorare la loro competitività di modo che il trasporto pubblico rimanga a un costo sopportabile per i clienti. Puntano inoltre a stabilizzare le tariffe nel settore viaggiatori e ad avere maggiore margine d'azione per investire nell'innovazione e nelle nuove offerte.
Il mercato della mobilità è in un profondo cambiamento, osserva l'azienda: la clientela ha nuove esigenze, altri mezzi di trasporto diventeranno a medio e lungo termine più economici, nel ramo si affacciano nuovi attori e le nuove tecnologie offrono possibilità sin qui mai viste. Secondo le previsioni della Confederazione sull'evoluzione del traffico fino al 2040, i trasporti merci e viaggiatori in futuro registreranno inoltre una forte crescita. Anche gli elevati standard qualitativi contribuiscono ad aumentare i costi. I fondi pubblici non aumenteranno invece in egual misura.
Il mutato quadro complessivo spinge le FFS ad agire: per raggiungere l'obiettivo di mantenere la ferrovia attraente nel rapporto prezzo/prestazioni nel novembre 2015 è stato lanciato il programma RailFit20/30. Le FFS intendono diminuire i costi dell'amministrazione nonché aumentare la produttività nell'esercizio ferroviario e nella manutenzione. Negli investimenti e negli acquisti l'impresa vuole ottenere di più con minori mezzi finanziari, puntando su soluzioni convenienti.
Le misure comporteranno il taglio di circa 1400 impieghi, principalmente nell'amministrazione, ma anche nella gestione del traffico, nella vendita o nel servizio di manovra. Per far fronte all'aumento del traffico, le FFS prevedono altresì di creare 200 nuovi posti per il personale del treno e di pulizia.
Nel limite del possibile, i posti di lavoro saranno soppressi seguendo i pensionamenti e le naturali fluttuazioni del personale: nelle categorie interessate vi sono 500 avvicendamenti all'anno e 1300 pensionamenti. Le FFS vogliono attuare una riduzione degli effettivi sostenibile in termini sociali. Entro il 2020 l'organico sarà di circa 32'100 posti equivalenti a tempo pieno (fine 2016: circa 33'200).
RailFit20/30 prevede inoltre "adattamenti" delle prestazioni sociali. "Attualmente le FFS si fanno carico di una quota molto elevata di prestazioni sociali e intendono avvicinarsi al livello di mercato: apporteranno dunque correzioni laddove il gruppo adotta pratiche eccezionalmente generose", si legge nella nota.
Finora i contributi di rischio della cassa pensione erano sostenuti esclusivamente dalle FFS. A partire dal gennaio 2017, le FFS ripartiranno pariteticamente tali contributi tra datore di lavoro e collaboratori: le deduzioni di salario di tutti i dipendenti aumenteranno perciò dello 0,8%.
Dopo queste modifiche, le FFS continueranno comunque a coprire un'elevata quota di prestazioni sociali, superiore alla media, sottolinea l'azienda. Grazie a un'aumentata competitività, rimarranno inoltre un datore di lavoro sicuro.
Nel dettaglio, il programma RailFit20/30 prevede risparmi di 470 milioni sul personale; 400 milioni su manutenzione, materiale e informatica; 300 milioni di riduzione dei costi d'investimento ricorrenti, attraverso, ad esempio, semplificazione degli standard e stretta collaborazione all'interno del settore nonché con i committenti (Confederazione e Cantoni); 30 milioni nella riduzione dei costi salariali supplementari. Il risparmio complessivo è di 1,2 miliardi, le spese operative si ridurranno di 900 milioni.
Il sindacato Transfair non ci sta - Transfair reagisce in modo critico alla ristrutturazione annunciata stamani dalle FFS. "Invece degli attesi 900 posti, le ferrovie taglieranno al netto addirittura 1200 impieghi", si rammarica il sindacato del servizio pubblico in un comunicato odierno. L'organizzazione dice di comprendere la necessità di procedere a riorganizzazioni per motivi tecnici o economici. Ma "devono essere avanzate riserve nei confronti di soppressioni di posti, in parte dovuti unicamente a motivi finanziari, e rispetto ad altri risparmi sulle spalle del personale". Transfair teme che il programma RailFit 20/30 possa condurre a carenze nell'organico e a una perdita di conoscenze. Per il sindacato l'applicazione del piano deve avvenire nel modo più sociale possibile. Il contratto collettivo di lavoro deve essere assolutamente rispettato e i tagli vanno ridotti al minimo. Le competenze ferroviarie devono essere mantenute: no quindi alla partenza di dipendenti con esperienza. È inoltre da potenziare la formazione continua del personale. E infine al centro dell'attenzione deve rimanere la sicurezza e la qualità, nell'ottica sia del collaboratore che del cliente.