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SVIZZERAGay e donazione del sangue: "L’astinenza dal sesso è un criterio che non soddisfa"

05.11.15 - 08:39
A Trasfusione CRS Svizzera piace la decisione francese. L’istituzione si appresta a formulare nuove proposte entro il 2016
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Gay e donazione del sangue: "L’astinenza dal sesso è un criterio che non soddisfa"
A Trasfusione CRS Svizzera piace la decisione francese. L’istituzione si appresta a formulare nuove proposte entro il 2016

BERNA – Com’era atteso, la Francia ha abolito il divieto assoluto di donare il sangue per gli uomini omosessuali, in vigore dal 1983. Dalla prossima primavera, ha annunciato ieri la ministra della Sanità, Marisol Touraine, chi non abbia fatto sesso con un altro uomo per almeno 12 mesi potrà diventare donatore di sangue. Chi sia in astinenza sessuale o in una relazione stabile da almeno quattro mesi, invece, potrà donare il plasma. Nel 2017 poi, dopo questa prima fase di test, i criteri per donare il sangue diventeranno progressivamente gli stessi che vigono per gli eterosessuali.

Anche in Svizzera la donazione è preclusa ai gay e tale divieto è stato contestato a più riprese. Statisticamente gli uomini omosessuali rappresentano la maggioranza dei nuovi contagi da HIV, ma anche il Consiglio federale concorda sul fatto che a essere valutati dovrebbero essere i comportamenti (vita sessuale promiscua contro monogamia, ecc.) e non l’orientamento sessuale.

"Mentire per donare comunque? Più probabile che lo faccia chi ha rapporti con prostitute"

"Non capita praticamente mai di dover rifiutare un aspirante donatore omosessuale perché sono loro stessi a non annunciarsi. Negli ambienti gay, infatti, il divieto è noto ed è del resto motivo di discussione", spiega il dott. Damiano Castelli, direttore sanitario del Servizio Trasfusionale CRS della Svizzera Italiana. A sud delle Alpi, quindi, succede solo "una o due volte" all’anno che un candidato metta la crocetta sul sì alla voce sesso con altri uomini.
E se ci fosse chi, pur di donare, mente? "Ritengo che sia sicuramente possibile – ammette Castelli –. Tuttavia credo che ciò possa avvenire non tanto fra gli omosessuali quanto fra chi ha rapporti con prostitute o ha fatto una scappatella".

Casti per 12 mesi? "Questo criterio non soddisfa nessuno"

Trasfusione CRS Svizzera lavora da alcuni anni per l’abolizione del divieto e considera l’esperienza francese "un modello cui ispirarsi". Finora, tuttavia, è arrivata al massimo a proporre a Swissmedic di aprire la donazione agli omosessuali che siano in astinenza dal sesso da 12 mesi. È una proposta realistica? "Questo criterio non soddisfa nessuno – ammette Rudolf Schwabe, direttore di Trasfusione CRS –. Da un lato, infatti, non c’è quasi nessuno che lo rispetti, se non forse qualche bisessuale che da tempo non fa sesso con altri uomini. Dall’altro, è un criterio poco giustificabile sia dal punto di vista scientifico che da quello morale poiché costituisce una discriminazione verso l’8-10% della popolazione maschile".

L’organizzazione che fa capo alla Croce Rossa Svizzera analizza quindi altre soluzioni da proporre alle autorità competenti. "Stiamo portando avanti delle discussioni preliminari su una serie di proposte alternative più sensate – spiega Schwabe –. Una è per esempio la suddivisione degli aspiranti donatori in categorie di rischio basate sui loro comportamenti sessuali (rischio normale/rischio elevato/ecc.) e non sul loro orientamento sessuale (omosessuale/eterosessuale). Un’altra idea è quella di utilizzare il sangue di donatori omosessuali per prodotti ematici diversi dal sangue intero e a più basso rischio".

"L’obiettivo non è avere più donatori, ma eliminare una discriminazione"

Quanti nuovi donatori pensate di poter guadagnare accettando gli uomini gay? "Aprire ai donatori omosessuali consentirebbe forse di avere qualche centinaio di nuovi donatori o poco più – risponde il direttore –. Il nostro obiettivo, tuttavia, non è quello di avere più donatori, ma di eliminare una discriminazione".

Molto dipende da Swissmedic

Trasfusione CRS Svizzera si muove in un territorio poco esplorato e deve ottenere l’approvazione di Swissmedic, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici. "Non esistono studi scientifici soddisfacenti all’estero e non ne esistono per niente in Svizzera, ovviamente, essendo la donazione da parte di uomini omosessuali vietata – commenta Schwabe –. Valuteremo le prove che verranno man mano prodotte e tenteremo di trovare una soluzione condivisa con Swissmedic anche se sarà per forza di cose originale e di compromesso". Per quando ci si può aspettare anche in Svizzera una vera svolta sul tema? "Crediamo di poter concretizzare una proposta nel corso del 2016, ma non è detto che Swissmedic accetti".

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