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SVIZZERAI migranti non sono un pericolo per la salute pubblica

15.09.15 - 11:29
È più facile che malattie infettive vengano "importate" in Svizzera dai semplici viaggiatori, scrive il Consiglio federale
I migranti non sono un pericolo per la salute pubblica
È più facile che malattie infettive vengano "importate" in Svizzera dai semplici viaggiatori, scrive il Consiglio federale

BERNA - È più facile che malattie infettive vengano "importate" in Svizzera da semplici viaggiatori che da migranti irregolari. È quanto scrive il Consiglio federale in risposta ad una interpellanza di Thomas Aeschi (UDC/ZG), precisando che non sussistono motivi per rafforzare i dispositivi sanitari volti a contrastare malattie come la tubercolosi multiresistente o virus respiratori pericolosi come la MERS (acronimo per Middle East respiratory syndrome).

L'Organizzazione mondiale della sanità ha potuto ad esempio dimostrare che la diffusione dei coronavirus SARS e MERS è legata ai viaggiatori regolari e non ai migranti illegali, precisa l'Esecutivo.

Il rischio di diffusione di malattie infettive è insomma maggiore nell'ambito dei normali viaggi: nel 2013 gli aeroporti svizzeri hanno registrato ben 45 milioni di passeggeri locali e in transito, a fronte delle appena 12 mila persone in situazione irregolare intercettate dalle guardie di confine.

Il Governo si dice convinto che le disposizioni attuali contro la diffusione di malattie infettive potrebbero far fronte a un eventuale incremento in Europa di queste affezioni.

Circa i migranti irregolari fermati alle frontiere, i dati riguardanti i fermi operati dalle Guardie di confine lasciano trasparire un incremento negli ultimi 3 anni anni: nel 2014 sono state fermate 14'265 persone, a fronte di 11'992 nel 2013 e 11'282 nel 2012. La metà circa dei fermi è stata eseguita alla frontiera Sud, ossia in Ticino. Nel 2011 i soggetti registrati erano 5614, nel 2008 3581.

Attualmente, si legge nel testo, gli immigrati illegali che finiscono nella rete delle Guardie di confine proviene (in ordine decrescente) da Paesi quali Eritrea, Gambia, Kosovo, Somalia, Nigeria, Senegal, Afghanistan, Marocco, Tunisia e Siria.

Secondo il Governo, una chiusura ermetica delle frontiere non è fattibile, come anche l'impiego di soldati a tale scopo, visto che ostacolerebbe eccessivamente il traffico merci e di persone in entrata e in uscita. Un controllo sistematico ai valichi non era eseguito nemmeno prima dell'entrata in vigore di Schengen, e ciò per le ragioni summenzionate.

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