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SVIZZERA"State attenti svizzeri, o perderete la vostra identità"

30.08.10 - 14:15
La popolazione elvetica continua a crescere: ora siamo a quota 7,8 milioni. Il monito del consigliere nazionale UDC Oskar Freysinger: "Gli stranieri si devono integrare tutti, altrimenti rischiamo grosso". La replica dello storico Michel Oris: "Sull'integrazione manca fantasia da parte dei politici".
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"State attenti svizzeri, o perderete la vostra identità"
La popolazione elvetica continua a crescere: ora siamo a quota 7,8 milioni. Il monito del consigliere nazionale UDC Oskar Freysinger: "Gli stranieri si devono integrare tutti, altrimenti rischiamo grosso". La replica dello storico Michel Oris: "Sull'integrazione manca fantasia da parte dei politici".

BERNA – “Svizzeri, state attenti. Perché così rischiamo di perdere la nostra identità”. Oskar Freysinger, consigliere nazionale UDC, lancia il sasso nello stagno. Ultime cifre alla mano, la popolazione residente in Svizzera si assesta attorno ai 7,8 milioni di abitanti, con un aumento di 84.000 unità nel 2009. Certo, il saldo migratorio è diminuito del 24%, ma per alcuni questo è un aspetto relativo. “Da adesso in avanti – sostiene Freysinger – dobbiamo fare in modo che l’integrazione funzioni perfettamente. Perché la Svizzera non è un Paese in cui c’è una cultura o una lingua comune a fare da collante tra la popolazione. Semplicemente si basa sulla volontà del suo popolo di essere una nazione e di far capo a una Costituzione. Certo che se sempre meno gente è consapevole di questo dato di fatto…”

Sogno rossocrociato - Tutti pazzi per Madre Elvezia. La Svizzera piace sempre di più al resto del mondo. Lo conferma un recente studio realizzato dall’istituto americano Gallup che spiega come la Confederazione sia tra i cinque Paesi più ambiti: su tutto il pianeta ci sono 10 milioni di persone che sognano di abitare su suolo elvetico. Al di là dell’attendibilità del sondaggio, le certezze arrivano anche dalle ultime cifre demografiche. “La Svizzera agli occhi di chi vive all’estero è vista come un paradiso – spiega Michel Oris, storico della popolazione all’Università di Ginevra –. Perché evoca essenzialmente due tipi di scenari. Il primo è di prosperità e di ricchezza. Il secondo di pace e di neutralità”. “Ma lo straniero non può pensare di venire in Svizzera senza integrarsi – ammonisce Freysinger –. Nei piccoli comuni il problema è relativo. Perche c’è un maggiore confronto. Ma nelle grandi città, come Ginevra, Losanna o Zurigo, ci sono interi quartieri abitati da stranieri che non entrano mai in contatto con la gente del posto, se non quando è strettamente necessario. In questo modo si crea un parallelismo sociale, anziché integrazione”.

Poca fantasia - Michel Oris non nega il problema. Ma denuncia un altro aspetto. “Da parte di chi si occupa di politica d’integrazione noto una certa mancanza di fantasia – fa notare –. Eppure sono stati fatti degli esperimenti interessanti. A Basilea ad esempio ricordo che c’erano delle donne musulmane già integrate che cercavano di coinvolgere le loro connazionali arrivate da poco, invogliandole a seguire dei corsi in lingua tedesca”. E poi propone: “Bisognerebbe valorizzare maggiormente gli stranieri che già vivono da noi, anziché sperare che chi arriva da fuori decida spontaneamente di conoscere la nostra cultura”. Secondo Freysinger il fenomeno migratorio sarebbe potenzialmente più dannoso in Svizzera rispetto a quanto non lo sia in altre nazioni. “Perche l’identità svizzera – ribadisce – è basata soprattutto sulla condivisone della Costituzione e di regole comuni. Chi non vuole accettare queste regole, mette in pericolo il nostro concetto di Stato. Ricordate la Francia ai recenti mondiali di calcio? In Sudafrica è successo un macello, anche a causa dei giocatori musulmani che hanno preso in mano le redini della squadra. E all’aeroporto, quando i calciatori sono tornati in Patria, i tifosi avevano in mano le bandiere dell’Algeria o di altri Stati. Pochi avevano quella della Francia. È una situazione del genere che vogliamo? La Svizzera si deve aprire solo a coloro che hanno intenzione di fare uno sforzo per integrarsi”.
Effetto globalizzazione - Guardando al futuro, la popolazione svizzera crescerà ulteriormente. “Ma non credo proprio che i 10 milioni di ammiratori della Svizzera stimati dal sondaggio americano vengano effettivamente ad abitare da noi”, puntualizza Oris. L’aumento, salvo impennate dovute a eventi particolari, dovrebbe essere graduale. “Non penso che gli svizzeri debbano sentirsi in pericolo – conclude lo storico –. L’identità svizzera del 2010 non ha nulla a che fare con quella di 100 anni fa. La Confederazione si è adattata. È l’effetto della globalizzazione. D’altra parte l’identità non è un concetto statico. Al contrario, l’identità di un popolo cambia a seconda dell’epoca in cui ci si trova".

Patrick Mancini

 

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