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La formazione di Larry Huras nell'ultimo atto contro il Lugano subì 15 reti in 5 incontri, lo stesso numero di quelle incassate nelle serie precedenti con Rapperswil e Kloten in 10 partite
AMBRÌ - Il primo duello valido per le semifinali del SummerHockey, sul fronte leventinese, mette di fronte l'Ambrì finalista del 1998-99 a quello del 1994-95 del “carro armato” Kamensky. Oggi andiamo alla scoperta del primo.
«Chiudiamo il San Gottardo e giochiamoci questa finale», le famose parole pronunciate da Larry Huras alla vigilia della storica finale tutta ticinese disputatasi nel 1999. L'ultimo atto, però, fu indigesto per i biancoblù: il 5 aprile i tifosi leventinesi, dopo una regular season davvero esaltante ma alla fine illusoria, furono costretti a versare lacrime amare (anzi amarissime!). Vedere il rivale storico festeggiare sul proprio ghiaccio la conquista di un titolo è stato senza dubbio un dolore che ancora oggi i fans dell'Ambrì si portano dentro.
La stagione regolare fu esaltante: 71 punti conquistati frutto di 33 vittorie, 5 pareggi, 7 sole sconfitte e una differenza reti addirittura di +84 (lo Zurigo secondo chiuse con un +55!). Ma i veri e incontrastabili protagonisti di quella stagione furono senza dubbio Oleg Petrov e Paul Di Pietro: il russo e il canadese archiviarono la Regular Season con rispettivamente 87 punti e 82 punti all'attivo. Basti pensare che il terzo classificato, Daniel Marois del Berna che poi nel 2000 passò proprio all'Ambrì, mise insieme "soltanto" 58 punti.
Nella finale i leventinesi incassarono 15 reti in 5 incontri, lo stesso numero di quelle subite nelle serie contro Rapperswil e Kloten in 10 incontri. Dunque, oltre alla stanchezza dei già citati Petrov e Di Pietro, pure l'attenzione difensiva in casa Ambrì giocò un ruolo determinante che alla fine la squadra pagò a carissimo prezzo...
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