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BB/BN BEST EVERPeltonen-Nummelin (e Maneluk), quando i campionissimi non bastano

26.06.17 - 11:10
La stagione 2003/04 ha costretto i tifosi bianconeri a ingoiare un boccone amaro. Quella squadra, battuta in finale dal Berna, era però davvero fortissima
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Peltonen-Nummelin (e Maneluk), quando i campionissimi non bastano
La stagione 2003/04 ha costretto i tifosi bianconeri a ingoiare un boccone amaro. Quella squadra, battuta in finale dal Berna, era però davvero fortissima
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LUGANO – C'era tal Petteri Nummelin, semplicemente il secondo miglior scorer di sempre del club. C'era un certo Ville Peltonen, probabilmente uno tra i giocatori con più talento mai visti in bianconero. C'era Mike Maneluk, canadese da un punto a partita (in carriera) in LNA. E poi, tra i tanti, davanti a Ronnie Rüeger c'erano Steve Hirschi, JJ Aeschlimann, Régis Fuchs, Ryan Gardner, Andy Näser e Raffaele Sannitz. Il Lugano della stagione 2003/04 era una vera e propria corazzata, nel quale il giusto equilibrio tra stranieri devastanti e svizzeri di peso – esperti e giovani – era stato trovato.

Alla già più che competitiva rosa dell'anno precedente (capace di mettere le mani sul titolo, il sesto della storia per i sottocenerini) la dirigenza ticinese aggiunse il fenomeno Ville Peltonen. Ovvio dunque sperare di poter chiudere la cavalcata con un nuovo successo. E questo sogno fu a lungo cullato. La squadra, subito fortissima, schiantò infatti la concorrenza nazionale, regalandosi una regular season da leccarsi i baffi: una corsa impreziosita da 35 successi in 48 match (record per il club), da quasi 200 gol segnati e da una differenza reti da addirittura +69. Il terzetto di fenomeni fece faville (86 punti a testa per Peltonen e Nummelin, 87 per Maneluk) ma non riuscì a portare la società al primo successo europeo, fermandosi al terzo posto della Continental Cup.

La frenata estera sarebbe stata in ogni caso digerita senza problemi se, in LNA, tutto fosse andato come sperato dai tifosi. Gli stessi tifosi che poterono continuare a gongolare nel primo turno di playoff, nel quale un modesto Friborgo fu spazzato via in quattro match e nel secondo turno, cominciato con un comodo 5-1 rifilato allo Zurigo. A quel punto però, in casa ticinese qualcosa andò storto e, numerose, cominciarono ad arrivare le sconfitte. Una squadra caduta fin lì appena nove volte (in 53 occasioni), infilò infatti tre rovesci consecutivi, arrivando a un passo dall'eliminazione. La semifinale fu ripresa per i capelli solo grazie a tre prestazioni enormi, con le quali il parziale 1-3 fu ribaltato per il 4-3 che valse la finale contro il Berna.

Nella sfida con vista sul titolo gli Orsi, secondi di regular season e qualificatisi con un doppio 4-1 rifilato a Zugo e Ginevra, partirono meglio, vincendo gara-1 alla Resega (3-1) e gara-2 in casa (2-1). In una serie che si stava giocando al meglio delle cinque partite, Dubé - ex di turno - e soci misero insomma insieme un vantaggio fondamentale, che li tenne in piedi davanti al ritorno di un Lugano sontuoso in gara-3 (5-1) ed eroico in gara-4 (4-3). I bianconeri non riuscirono però a ripetere l'impresa già compiuta nel turno precedente e, nella decisiva gara-5, si fecero sorprendere. Il 3-4 finale regalò la gloria al Berna e costrinse un gruppo di fuoriclasse, quello sottocenerino, a ingoiare un boccone amarissimo.

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