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AUTOMOBILISMOIn lizza per il titolo GT Open, Joel Camathias è pronto per Monza, la gara di casa

26.09.14 - 18:39
Il 33enne pilota luganese e pronto a battersi per regalarsi un nuovo importante trofeo
In lizza per il titolo GT Open, Joel Camathias è pronto per Monza, la gara di casa
Il 33enne pilota luganese e pronto a battersi per regalarsi un nuovo importante trofeo
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MONZA (Italia) - Ancora una volta, Monza chiama: questo weekend l’International GT Open fa tappa all’Autodromo Nazionale in Brianza per il settimo appuntamento stagionale. E nonostante ci sia una frontiera fra la Brianza e il Canton Ticino, per Joel Camathias si tratta senza dubbio della gara di casa. Il 33enne pilota luganese affronta l’impegno in una posizione che gli si addice: lottando per il titolo, in un campionato dove ha già vinto l’assoluto due volte, nel 2007 e nel 2009. Due titoli che sono fra i più belli fra le tante coppe che ha messo in bacheca, dove spiccano il titolo ELMS 2006 e la vittoria in GT2 alla 24 Ore di Spa del 2008. È il momento buono, dunque, di fare il punto con il pilota rossocrociato.

Joel, come stai vivendo questo 2014?
“Innanzi tutto, devo dire che si tratta di una stagione importante per me, perché è la ventesima di attività agonistica, il che è di per sè un bel traguardo. Ripenso a quel ragazzino tredicenne che il papà e il nonno, seguendo la tradizione familiare, avevano messo su un kart, e sembra ieri... Ma sono passati vent’anni, intensi e ricchi di esperienze e di soddisfazioni. Essere in lizza per un titolo vuol dire che la voglia di correre e di far bene è ancora tanta, e che non sono ancora da pensionare!”.

È anche una stagione che ha preso una direzione completamente diversa dal previsto, no?
“È il meno che si possa dire. Ho iniziato guidando una Ferrari 458 del Black Bull Swiss Team. Il programma era stato definito con largo anticipo, prima che finisse il 2013, ed ero particolarmente felice di correre per una compagine ticinese, molto professionale, ed insieme a Mirko Venturi. Poi sono giunti vari imprevisti, come la decisione dell’organizzatore del GT Open di inquadrarci nella categoria superiore, con le conseguenza di dover modificare la vettura, e più tardi lo stop dell’attività deciso dal team. E così mi sono ritrovato al volante di una Porsche dell’Autorlando. Per fortuna, Orlando Redolfi si è ricordato di me e mi ha accolto a braccia aperte...”.

Un ritorno all’ovile, in qualche modo...
“Con Orlando, con sua figlia Rossella e tutto il team di Pedrengo c’è un rapporto antico e abbiamo vinto tanto insieme, il titolo GT2 nella Le Mans Series nel 2006 e il primo nel GT Open l’anno dopo. Più che una squadra, è una famiglia e mi sento davvero bene con loro, così come con il mio nuovo compagno, Matteo Beretta, che conoscevo poco. È ancora molto giovane, ma va forte e sa gestire bene le varie situazioni. Formiamo una coppia piuttosto affiatata”.

Inoltre i risultati sono arrivati subito: sei podi, tra cui la splendida vittoria a Silverstone. Soddisfatto?
“Sì, tenuto conto che il GT Open è un campionato molto combattuto, non stiamo andando male. Siamo riusciti a sviluppare e ad estrarre il massimo da una macchina come la Porsche 911 R che è competitiva e affidabile ma non più recentissima rispetto alla concorrenza. L’Autorlando la prepara alla perfezione e con Matteo, abbiamo commesso pochi errori e usato bene la testa...”.

Siete terzi in campionato a tredici punti dal primo, quando restano quattro corse da disputare, due a Monza e due a Barcellona. Si può fare un pensierino al titolo?
“Possono succedere ancora tante cose... Non siamo i super-favoriti ma ce la giocheremo sino in fondo e daremo battaglia sino alla fine, questo è sicuro. Monza e Barcellona sono due piste veloci, adatte alla Porsche, ma è anche vero che siamo da soli, di fronte a tante Ferrari che possono fare gioco di squadra. Peccato che il nostro package si sia costituito alla seconda gara, forse ora le cose sarebbero diverse...”.

Quest’anno sei stato chiamato anche a correre due volte nel GT Asia. Un’esperienza estemporanea o il preludio a una nuova presenza a livello globale?
“Chi lo sa? Mi è sempre piaciuto correre in altri continenti, come in America nell’IndyCar dieci anni fa o nel Mondiale Endurance nel 2012. Mi ha fatto molto piacere che un team malese come l’NB Team chiamasse me in due occasioni per sostituire uno dei suoi piloti ufficiali ed è stata una bella esperienza anche perchè ho potuto guidare macchine che non avevo mai guidato, come l’Aston Martin Vantage e la Mercedes SLS. Per il futuro non escludo nulla, l’importante è che correre mi piace ancora tantissimo...”.

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