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IL SORPASSO A… DUE RUOTESuzuki, solo Shinichi Sahara sapeva dello sberlone

05.05.22 - 15:03
Suzuki, Honda & Co, quei giapponesi che mollano poco prima del (possibile) successo…
keystone-sda.ch (Jose Manuel Vidal)
Suzuki, solo Shinichi Sahara sapeva dello sberlone
Suzuki, Honda & Co, quei giapponesi che mollano poco prima del (possibile) successo…
L’addio della Suzuki, uno shock per tutto il paddock.
SPORT: Risultati e classifiche

SHIZUOKA - Dal nostro corrispondente, Leonardo Villanova.

Sono grandi specialisti, i giapponesi, nel lasciare proprio nel momento in cui il successo è dietro l’angolo. Vale per la Suzuki di questi giorni in MotoGP, ma vale anche nelle auto. Lo scorso anno la Honda annunciò l’addio alla Formula 1 da partner motoristico della Red Bull, e poi a fine anno sappiamo tutti come andò a finire in quel di Abu Dhabi nel duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton.

Ancora più clamoroso fu quello che accadde a fine 2008, sempre in F.1: ancora la Honda, stufa di figuracce, vendette la propria squadra a una cifra simbolica di una sterlina a Ross Brawn, che l’anno seguente si inventò sulla macchina che portava il suo nome il doppio estrattore posteriore con il quale Jenson Button sbaragliò il Mondiale.

E chi può escludere che, alla fine di questa stagione, a Joan Mir o Alex Rins non possa riuscire l’impresa di conquistare il Mondiale della MotoGP prima che la Suzuki saluti tutti ed esca di scena? Assolutamente possibile, vista l’assoluta competitività della GSX-RR e la costanza di rendimento dei due piloti. Tanto che, a guardare le classifiche stagionali, oltre al quarto posto di Rins e al sesto di Mir, spicca soprattutto la leadership del team Suzuki (125 punti, 16 in più della sempre più sorprendente Aprilia) nella graduatoria a squadre. E però, al contrario di quello che è accaduto nelle quattro ruote, sarà interessante vedere come il team di Hamamatsu saprà reagire dopo lo sberlone rimediato lunedì pomeriggio, quando alla conclusione della giornata di test, assieme al sole che iniziava a tramontare, è tramontato anche il futuro degli uomini azzurri.

Non lo sapeva nessuno, se non forse il massimo dirigente sui campi di gara, il project leader Shinichi Sahara, dello tsunami che stava per scatenarsi sulla squadra, che quando è stata convocata nel box ormai smontato di Jerez per una riunione straordinaria, pensava che sarebbe arrivato l’annuncio che anche il prossimo anno Joan e Alex sarebbero stati confermati. Invece sono arrivate quelle parole di ritiro che hanno portato più di uno alle lacrime. La notizia è stata uno shock per tutto il paddock, perché al di là della rivalità sul campo, la Suzuki è, per certi versi, forse il team più amato. È un gruppo che è davvero più una famiglia, e che adesso si è trovato pugnalato alle spalle dai propri capi. Per questo, nonostante la competitività di squadra, piloti e moto, non sarà una sorpresa se da adesso in poi, all’improvviso, le cose dovessero cambiare. Se i risultati dovessero iniziare a venir meno e la favola si sgonfiasse. E sarebbe un vero peccato.

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COMMENTI
 

gmogi 1 anno fa su tio
È diventato come lavorare in banca!!
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