Tantissimi i dubbi ruotano attorno al pilota spagnolo, out negli ultimi due GP a causa di una diplopia.
CERVERA - dal nostro corrispondente, Leonardo Villanova
Una Via Crucis della quale non si riesce a intravedere la fine, perché a ogni passo avanti fatto ne seguono due all’indietro. E così ci si ritrova a ricominciare ogni volta daccapo, ogni volta con un po’ più di disperazione e scoraggiamento. Aveva appena vinto a Misano, Marc Marquez, la terza vittoria di una stagione difficile, complicata e dolorosa, con quel braccio destro che, se guarito chirurgicamente, lo faceva dannare a livello di infiammazione e muscolatura della spalla. E però Marc aveva stretto i denti, aveva sofferto, e un po’ alla volta, pur senza più essere il dominatore dei bei tempi, aveva ricacciato il naso nelle prime posizioni della griglia, tornando a vincere al Sachsenring e poi nella sua Austin.
Quest’inverno, diceva, finalmente mi potrò riposare e prepararmi come si deve per il 2022. E invece, ancora una volta bisogna ripartire da sottozero. Che la caduta in enduro fosse più grave di quello che la Honda e Marquez avevano detto al momento in cui era stato annunciato che non avrebbe corso a Portimao, si era intuito immediatamente, con quell’alone di mistero che per il colosso giapponese spesso è stato più controproducente che non un aiuto. Ma che Marc fosse ripiombato in un incubo vecchio di 10 anni, a quella caduta sul bagnato il venerdì che apriva il weekend del GP della Malesia 2011 che gli procurò una diplopia all’occhio destro, beh, quello nessuno poteva immaginarlo. Ed è la conferma di come, dopo la frattura dell’omero destro nel GP di Jerez che apriva il Mondiale 2000 e che lo ha portato per tre volte sotto i ferri, in questi ultimi tempi anche la dea bendata abbia completamente voltato le spalle a Marc. Che anche in questa stagione è caduto tantissimo, 22 volte, con alcuni incidenti bruttissimi dove avrebbe potuto farsi davvero molto male (Jerez, Silverstone), causati anche dalla sua incapacità di salvarsi come ci aveva abituati. Ha introdotto uno stile nuovo, nel Motomondiale, con ginocchio e gomito usati come terzo e quarto appoggio per tirare su la moto quando al massimo della piega l’anteriore lo abbandonava. Si allenava a cadere, per essere sempre un passo davanti agli altri.
Ma adesso quel Marquez non c’è più e chissà se lo rivedremo. Intanto, dopo Portimao salterà anche Valencia e, soprattutto, gli importantissimi test di Jerez della settimana prossima. Ma, ancor più importante, sarà capire come evolverà la sua situazione medica: servirà un’altra operazione al quarto nervo ottico, o la diplopia guarirà con un po’ di riposo? In ogni caso, che sfortuna.