Valentino Rossi: «Tutta una questione di sensazioni...»
TAVULLIA - Una cosa è certa: Valentino Rossi si diverte ancora tantissimo a sfrecciare con il suo bolide. Le vittorie? Sono passate in secondo piano per l'italiano, che ha spiegato a "La Gazzetta dello Sport" come tanta gente non abbia capito questo "passaggio". Tutta una questione di sensazioni...
«Il mio ragionamento è molto semplice e mi fa strano che certa gente non lo capisca, forse il mio modo di pensare è diverso. A me piace come mi sento, la sensazione, l’adrenalina che mi dà vincere, andare sul podio o solo fare una bella gara. Sto bene per qualche giorno. Mi piace quella sensazione lì. So benissimo che alla fine il tempo l’avrà vinta, purtroppo per tutti è così, ma provo con tutte le mie forze a rendergliela il più difficile possibile, ecco. E questo è il solo motivo per cui ancora corro».
Una vita sportiva sempre ai massimi livelli, ma anche con qualche delusione. Come il Mondiale del 2015, che ancora provoca rabbia al Dottore... «Queste sono sempre cose belle da dire, però, secondo me, quello che perdi smettendo di fare quel che ti piace di più, è più di quello che guadagni nello smettere quando sei all’apice della carriera. E comunque non sai mai se è veramente finita: nel 2013, al ritorno in Yamaha, per tutti ero già finito. Invece, se non mi avessero rubato il Mondiale, nel 2015 ne avrei vinto un altro, sarebbe stato il decimo e avrebbe allungato la mia vita sportiva da vincente addirittura di sei anni. Quindi non la penso come Jordan, anche se lui è un mito per me. Ovvio, non voglio arrivare 12° o 16°. E se avessi voluto smettere all’apice avrei dovuto farlo qualche anno fa. Ma io ci credo, ci voglio provare».
Ciò che non si può sottrarre al pilota italiano, è quello di aver dato tantissimo a questo sport facendolo crescere... «Io sono stato il primo pilota moderno della MotoGP, ho fatto tante cose per primo, che sono diventate un insegnamento per tanti piloti di adesso».