Il pilota spagnolo si è laureato campione del mondo per la quinta volta nella sua carriera, la terza nella classe regina
MOTEGI (Giappone) - «Ho avuto un po' di sedere oggi ma bene così». Casco celebrativo dorato in testa e gioia tanta. Marc Marquez non si aspettava di vincere così presto il Mondiale MotoGP ma la festa era comunque pronta. Chissà se lo spagnolo della Honda si aspettava che potesse succedere l'inverosimile, che Rossi e Lorenzo cadessero nella stessa gara consegnandogli il titolo su un piatto d'argento a Motegi.
«Non me lo aspettavo, pensavo fosse impossibile e invece stavolta ho avuto un po' di culo - ammette il tre volte, da oggi, campione del mondo MotoGp - È una sensazione fantastica. Dopo la caduta di Rossi ho iniziato a spingere al 100% e quando mi hanno detto che era scivolato pure Jorge mi sono distratto e ho commesso un errore pure io. Che emozione! Dedicato a mia nonna scomparsa quest'anno».
Poi i complimenti a Rossi e Lorenzo: «E' stato un campionato combattuto, Vale e Jorge sono stati molto forti, ma la Honda ha lavorato tantissimo e si è visto. Anche io ho un po' cambiato il mio stile e in alcune gare ho badato a fare punti».
Nato il 17 febbraio 1993 a Cervera, cittadina a 100 Km da Barcellona, esordisce all’età di 15 anni e, a 17, arriva al primo titolo iridato in Moto 3 grazie a dieci vittorie e a dodici pole position. Nel 2012 vince a mani basse il titolo di Moto2 quindi il salto di categoria nella classe regina e subito la doppietta, due Mondiali di fila, il secondo da assoluto dominatore con 10 vittorie nelle prime 10 gare. Lo scorso anno il suo anno più difficile concluso con la rivalità, in pista e fuori, con Rossi. Nel 2016 però è tornato a ruggire, il Mondiale è suo, il quinto di una carriera che a 23 anni può solo renderlo "leggenda".