Il 9 luglio 1994 si giocò il quarto di finale tra Italia e Spagna a Boston. Il brutto "intervento" del difensore azzurro diventò per tutti il simbolo di quella partita
BOSTON (USA) - Chissà come sarebbe cambiata la storia dei Mondiali se ventiquattro anni fa fosse esistita la Var. Il quarto di finale Italia-Spagna di USA ’94 fu infatti condizionato da un episodio non ravvisato dall’arbitro e “corretto” successivamente con il primo utilizzo della prova tv. Un episodio che vide protagonisti il giovane Luis Enrique e l'esperto Mauro Tassotti, alla prima Coppa del Mondo a 33 anni di età.
Nel catino rovente del Foxboro Stadium di Boston, Italia e Spagna si giocavano l’accesso alla semifinale con la Bulgaria. Dopo il vantaggio azzurro firmato da Dino Baggio al 25’, le Furie Rosse pareggiarono con Caminero al 58'. Servì un’invenzione dell’altro Baggio, Roberto, per riportare avanti gli azzurri all’87’, dopo che gli iberici avevano più volte sfiorato il punto del 2-1. La stanchezza e il gran caldo fecero perdere lucidità ai ventidue in campo, in particolare a Mauro Tassotti il quale, su un traversone fuori misura al 93’, rifilò una gomitata in area a Luis Enrique, finito ko a terra con le mani al volto. Quella del difensore rossonero fu un’autentica ingenuità, che però sfuggì al fischietto ungherese Puhl. L’arbitro infatti lasciò correre, scatenando le proteste degli spagnoli, su tutti del diretto interessato, la cui smorfia con il naso sanguinante e gli occhi spiritati diventerà un’icona.
Solo il replay chiarì la dinamica dei fatti, e grazie alla prova televisiva Tassotti venne poi squalificato per otto giornate. «Purtroppo è una cosa che è diventata parte integrante della mia carriera. Ho fatto una stupidata, una grossa stupidata di cui ero già pentito un minuto dopo», confessò anni dopo in un’intervista il difensore, che nel 2011, da vice-allenatore del Milan, ebbe modo di riappacificarsi pubblicamente con il rivale mentre questi ricopriva il ruolo di tecnico della Roma.