Il fantasista della Croazia è uno dei veri protagonisti di questa edizione della Coppa del Mondo
SOCHI (Russia) - Ha letteralmente oscurato Messi e trascinato la sua Croazia prima agli ottavi con due gare di anticipo, poi ai quarti nonostante quel rigore sbagliato al 116’ che avrebbe potuto costare carissimo. Le sue prestazioni stanno letteralmente scatenando la fantasia di una nazione intera, che già sogna di ripetere l’exploit di Francia ’98.
Per capire meglio chi è Luka Modric è necessario tornare al 1990. A Zadar, o Zara se preferite, dove c'è un albergo - l'Hotel Kolovare - adibito a campo profughi per accogliere tutti i croati in fuga dalle violenze della guerra in corso con la Serbia. La famiglia di Luka è stata costretta a scappare da Obrovac, dopo aver assistito all'assassinio del nonno Luka Modric senior. Il capofamiglia di cui il bambino - che tocca il pallone come nessun altro quando gioca nel cortile dell'Hotel Kolovare - porta il nome.
Gli orrori della guerra segnano l'infanzia di Luka. Allenamenti e partite potevano finire da un momento all'altro. Quando il suono della sirena allertava dell'imminente bombardamento e tutti i bambini erano costretti a correre al riparo. Tuttavia il talento di Luka continua a crescere, anche se un fisico ancora troppo gracile gli chiude le porte dell'Hajduk Spalato, la squadra del cuore. Una delusione in seguito alla quale Modric pensa addirittura di smettere.
Non fosse stato per Tomislav Basic, il padre calcistico di Modric e responsabile delle giovanili dell’NK Zadar, probabilmente oggi il mondo non conoscerebbe il talento del centrocampista croato. Lui in cambio gli resterà per sempre grato, al punto da dedicargli la vittoria della decima: “Devo tutto a Tomislav, senza di lui non sarei mai arrivato fin qui“.
Poi la Dinamo Zagabria, gli anni in prestito a farsi massacrare le caviglie in giro per la Bosnia, il ritorno alla Dinamo, quindi il Tottenham e infine il Real Madrid. E adesso? Adesso il Mondiale...