Il delegato della Nazionale svizzera Claudio Sulser si è espresso in merito all'esultanza dei due centrocampisti di origine kosovara contro la Serbia
KALININGRAD (Russia) - Quanto successo nella serata di ieri - venerdì 22 giugno - in occasione del secondo match del Gruppo E fra Svizzera e Serbia (2-1), sta dividendo i tifosi. Sì perché gli autori del primo e del secondo gol - ovvero i centrocampisti elvetici di origine kosovara Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri - hanno esultato mostrando il gesto dell'Aquila, simbolo della bandiera albanese.
Il gesto dei due giocatori è però risultato essere molto spontaneo ed è stato questo il messaggio trasmesso dai rappresentanti della squadra nazionale svizzera, se si pensa che anche capitan Stephan Lichtsteiner - a fine partita - ha esultato nello stesso identico modo dei due compagni. «I giocatori non volevano diffondere un messaggio politico, non c'era questa intenzione», ha analizzato Claudio Sulser, delegato della Nazionale, ai microfoni di 20minuten. «Il gesto poteva essere evitato, ma è stata un'azione spontanea in una partita intensa e piena di emozioni. E non dimentichiamoci che i tifosi serbi hanno anche fischiato l'inno rossocrociato prima della partita, non è stato facile».
Ma potrebbe essere un problema per la FIFA? «Non sono sicuro che la FIFA abbia la facoltà di agire in una situazione come questa e non riesco a immaginare una squalifica contro Xhaka e Shaqiri. In ogni caso non è stata aperta nessuna procedura ordinaria contro i due giocatori per la loro esultanza. A mente fredda avremo la possibilità di discuterne meglio».