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RUSSIA 2018 - CORREVA L'ANNODittature, paura e una punizione battuta al contrario

22.06.18 - 22:50
Lo strano caso di Mwepu, che levò la palla a Rivelino per evitare una punizione dall'esercito
Keystone
Dittature, paura e una punizione battuta al contrario
Lo strano caso di Mwepu, che levò la palla a Rivelino per evitare una punizione dall'esercito
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MOSCA (Russia) - È il 22 giugno 1974 e il Brasile sta vincendo 3-0 contro lo Zaire - oggi Repubblica Democratica del Congo - la terza gara del primo turno, valida per il Gruppo 2 del Mondiale in Germania. All'80’ il direttore di gara assegna un calcio di punizione dal limite per i verdeoro. Sul pallone si posiziona Rivelino, un cecchino. L’asso brasiliano, come spesso avviene in questi casi, parlotta con i compagni per decidere la battuta. Prima che questi possa muoversi, ecco però che Mwepu, terzino della nazionale africana, si stacca dalla barriera a gioco fermo e calcia il pallone lontanissimo. L'arbitro ovviamente ammonisce l'esterno, guardato con ilarità dal pubblico presente a Gelsenkirchen.

La realtà è ben diversa ed emergerà solamente nel 2002, quando lo stesso terzino avrà modo di raccontare il suo gesto. Dopo lo 0-2 rimediato dalla Scozia, lo Zaire crollò letteralmente contro la Jugoslavia, incassando addirittura nove reti. Questo fu considerato intollerabile dal regime che all’epoca governava il paese: «Dopo la prima sconfitta venimmo a sapere che non saremmo mai stati pagati e quando perdemmo 0-9 con la Jugoslavia gli uomini del dittatore Mobutu ci minacciarono. Se avessimo perso con più di tre gol di scarto dal Brasile, ci dissero, nessuno di noi sarebbe tornato a casa - raccontò Mwepu - Eravamo già sullo 0-3, fui preso dal panico e calciai il pallone lontano. I brasiliani ridevano, ma non capivano cosa provassi in quel momento». Rivelino non segnò quella punizione. Il Brasile vinse 3-0. Per fortuna.

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