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RUSSIA 2018Sofferenza Streltsov, nel Gulag per un "no" alla donna sbagliata

19.06.18 - 13:02
Non solo gioie e favole infinite: la storia del Mondiale ha - purtroppo - anche dei lati oscuri
Keystone
Sofferenza Streltsov, nel Gulag per un "no" alla donna sbagliata
Non solo gioie e favole infinite: la storia del Mondiale ha - purtroppo - anche dei lati oscuri
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MOSCA (Russia) - Il 19 giugno del 1958, a Solna, la nazionale svedese, padrona di casa, eliminò dal Mondiale la corazzata URSS guidata dal fenomeno Lev Yashin.

L’unico portiere riuscito, nella storia, a vincere il Pallone d’Oro. Il fenomenale estremo difensore, il Ragno nero, venne bucato due volte da Harmin e Simonsson. Come poté accadere? In fondo, solo pochi mesi prima le due selezioni si incrociarono e i sovietici si imposero 6-0. Cosa andò storto?

Per trovare una risposta a questo interrogativo bisogna tornare indietro di qualche settimana, fermandosi, per l'esattezza, alla notte del 25 maggio 1958. Eduard Streltsov, stella della nazionale nonché uno dei più puri diamanti del calcio russo, lasciò il ritiro per recarsi a una festa. Tutto normale? Non proprio, ci furono degli sviluppi poco chiari. Il giorno seguente l’attaccante venne infatti fermato, accusato di aver abusato di una giovane donna: Marina Lebedeva. Il 21enne fu arrestato e, interrogato dagli agenti del KGB, fu costretto a confessare, con la promessa di avere la possibilità di partecipare al Mondiale. La confessione arrivò ma non il biglietto per la Svezia: Streltsov fu infatti condannato a tredici anni di prigionia. Ne sconterà sette, nei gulag. E senza di lui la nazionale naufragò.

L'affaire che coinvolse il funambolico attaccante resta uno dei più grandi misteri del calcio sovietico. Il giocatore del Torpedo Mosca non nascose mai la sua passione per vodka e donne. Lo tsunami che lo travolse sembrò in ogni caso “montato”. Poco credibile è l'ipotesi che la dittatura comunista volle punirlo per il mancato trasferimento dalla sua squadra, il Torpedo, alla Dinamo Mosca, la formazione del regime. Più sensata pare invece la teoria che vuole il castigo arrivato per il rifiuto di Streltsov di sposare la figlia di Yekaterina Furtseva. Ovvero dell'unico dirigente donna ammesso all’interno dell’organo esecutivo del Partito Comunista. «Non sposerei mai quella scimmia», potrebbe aver confidato all’amico sbagliato la punta. Una frase che in Russia, in quegli anni, poteva costare molto, molto, caro.

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