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LNAMattia Baldi: "Pestoni? Probabilmente il futuro è lontano da Ambrì"

20.02.14 - 07:01
L'ex giocatore si è espresso a proposito del campionato e ha raccontato qualche aneddoto di gioventù. "Todd Elik? Ha promesso che mi rompeva un dente ed è stato di parola"
Keystone
Mattia Baldi: "Pestoni? Probabilmente il futuro è lontano da Ambrì"
L'ex giocatore si è espresso a proposito del campionato e ha raccontato qualche aneddoto di gioventù. "Todd Elik? Ha promesso che mi rompeva un dente ed è stato di parola"
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LOSTALLO – Fra le vecchie glorie ticinesi impegnate a seguire con entusiasmo il rush finale di regular season di LNA, c'è anche l'ex giocatore dell'Ambrì Mattia Baldi. Nella sua carriera il ticinese ha disputato complessivamente 13 stagioni da professionista in LNA - 8 nell'Ambrì, 4 nello Zurigo e 1 nel Ginevra - vincendo due titoli svizzeri con i Lions e una Continental Cup con i leventinesi. Nella massima serie svizzera ha totalizzato 569 partite condite da 146 punti. Ha fatto anche parte dei quadri nazionali (15 partite, 2 punti) e si è ritirato alla fine della stagione 2006-2007. Al contrario di tanti suoi ex colleghi, Baldi - una volta terminata la carriera - è uscito totalmente dall'ambiente dell'hockey.

Mattia Baldi, come spieghi che alcuni giocatori non riescono a staccarsi dall’ambiente e fanno gli allenatori, gli arbitri, gli opinionisti o i membri di CdA, mentre altri come te riescono a dare un taglio netto?
Dipende dalla persona. Personalmente sono stato fortunato perché avevo comunque una certezza lavorativa nella ditta di famiglia e ho deciso di buttarmi. Credo che tanti giocatori restano spiazzati quando non riescono più a firmare nessun contratto, quindi la cosa piu semplice è rimanere nell ambiente. Non è nemmeno evidente entrare nel mondo del lavoro dopo anni di professionismo, ma ogni situazione deve essere presa a sé, il discorso è lungo e complicato". 

Tu sei comunque appagato, hai vinto due titoli e una Continental Cup, hai conquistato la Nazionale e hai giocato nelle tre regioni svizzere. Ti mancava solo la NHL praticamente…
"...e il contratto l’avevo anche firmato, ma poi mi sono infortunato. Anche per colpa dei tanti ferimenti ho dovuto mettere fine alla mia carriera a soli 30 anni. Per continuare avrei dovuto operarmi, ma mi era stato sconsigliato di sottopormi a un'altro intervento chirurgico".

Hai smesso piu o meno quando è iniziata la discesa vertiginosa dell'Ambrì verso i playout. Hai disputato il primo anno di relegazione della squadra e da li in poi i biancoblù non hanno più giocato i playoff. Significa qualcosa?
“ (ride ndr) Assolutamente no. Speravo di finire la mia carriera senza mai dover disputare i playout, ma almeno posso dire di avere fatto anche quello". 

…oggi sembrerebbe però che quel periodo buio sia finalmente finito, l'Ambrì è a un passo dei playoff…
“Sembrerebbe proprio di si. Serge indubbiamente – che ho avuto sia da Bambino con la selezione Ticino sia più tardi ad Ambrì  in prima squadra – è una grande persona e un grande allenatore. Trasmette degli ottimi messaggi, semplici ma precisi. Ognuno sa qual è il suo compito sul ghiaccio e questo è molto importante". 

Non pensi che Pestoni possa andarsene da Ambrì in un futuro prossimo?
“Sicuro, Pestoni è un grandissimo giocatore e fa gola a moltissime squadre. Un suo trasferimento potrebbe anche succedere e probabilmente prima o poi succederà. Dipende quali sono i suoi obiettivi e i suoi stimoli. Personalmente quando mi sono trovato nella situazione dove c'era la possibilità di lasciare Ambrì per andare nei Lions, ho firmato e sono contento di averlo fatto. È stata un'esperienza che mi ha fatto crescere moltissimo e sono riuscito a vincere anche due titoli. La cosa importante è che mi sono lasciato in buoni rapporti con il club e poi è stato bello ritornare. La carriera di un giocatore non è così lunga e sono del parere che bisogna sfruttare ogni possibilità che ti viene concessa per crescere e realizzarsi a livello personale. Anche fare il leader ad Ambrì potrebbe essere un bel ruolo". 

Come vedi l'Ambrì? Potrebbe dire la sua quest'anno?
“I playoff non sono ancora raggiunti, ma in quel caso potrebbe essere una spina nel fianco per tutti. La squadra se la giocherebbe fino in fondo ad armi pari con ogni avversario, esattamente come ha fatto finora. Sicuramente la pausa olimpica è servita per recuperare qualche acciaccato. Il bello dei playoff è che tutto può succedere, speriamo che i ragazzi possano regalarci qualcosa di magico". 

Qual è stato il momento più bello della tua carriera? Le storiche botte con il bianconero Todd Elik?
“(Ride ndr) no perché mi manca sempre il mio dente. Aveva promesso di rompermelo ed è stato di parola. Ho trascorso 13 anni di professionismo e i momenti belli sono stati tanti: la Continental Cup, i due titoli con lo Zurigo e anche il titolo svizzero vinto con gli Juniori Elite dell'Ambrì, sono tutti ricordi indelebili. Dal canto suo Elik era il classico genio e sregolatezza e si innervosiva molto facilmente. Non ci piacevamo a pelle e ogni volta erano colpi duri fra noi, ma finiva tutto sul ghiaccio. Quella volta stavamo facendo riscaldamento alla Resega e ci siamo trovati alla linea blu e mi ha detto 'fai attenzione che la prossima volta che passo via ti spacco un dente' e io gli ho risposto 'provaci', infatti è passato via e mi ha fatto mangiare il bastone rompendomi un dente".

 

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