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ZUGORoland non pensa all'hockey: «Sono sereno, non ho più guardato una partita»

02.02.21 - 08:00
Chief Operating Officier della Camping Lodge AG, l'ex direttore sportivo del Lugano ha completamente voltato pagina.
TiPress
Roland non pensa all'hockey: «Sono sereno, non ho più guardato una partita»
Chief Operating Officier della Camping Lodge AG, l'ex direttore sportivo del Lugano ha completamente voltato pagina.
«I sette stranieri? Posso capire che i giocatori non siano d'accordo con questa modifica, nessuno è felice quando all'interno di un team o di un'organizzazione c'è più concorrenza».
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ZUGO - Mai banale e sempre con la battuta pronta. Roland Habisreutinger è un personaggio che in Ticino ha spesso fatto parlare di sé: il suo modo di agire e il suo carattere focoso hanno sempre acceso forti discussioni nei corridoi e sulle tribune della Cornér Arena. 

Una volta chiuso il capitolo bianconero nel marzo 2019, l'ex direttore sportivo dei sottocenerini ha completamente voltato pagina. Come se avesse bisogno di "disintossicarsi" dall'hockey per un po' di tempo, un mondo che gli ha dato tantissimo ma che l'ha anche mangiato dentro.

Così il 48enne ha abbracciato il ruolo di Chief Operating Officier della Camping Lodge AG (azienda con sede a Zugo), un'attività variegata che lo porta dall'ufficio alla natura in pochissimo tempo. «Per il momento l'hockey non mi manca per niente, ho tante cose a cui pensare, da fare e da seguire. Onestamente non sono più al corrente di molte questioni legate al mondo dell'hockey. Qualche volta spulcio i risultati, ma da quando ho lasciato Lugano non ho più guardato una partita intera. Seguo soltanto mio figlio, impegnato in una squadra U16 in Svezia».

Il mondo hockey non si è più fatto vivo?
«Il lavoro attuale mi piace e non sono in attesa di una chiamata hockeystica. Sono sereno, sono felice con quello che ho. Recentemente abbiamo preso un altro campeggio in gestione sulle rive del lago di Bienne. L'attività che svolgo è molto dinamica e non sto mai fermo». 

Cosa ti passa per la testa quando pensi agli anni trascorsi a Lugano?
«Tanti sono stati i momenti belli, così come quelli negativi. Di particolare direi nulla. Se sento ancora qualcuno? Sì qualcuno sì, ma non dico chi...(ride)».

In quale mansione un giorno ti piacerebbe eventualmente tornare a operare in questo mondo? 
«Qualsiasi essa sia, ma non solo nell'hockey, io sono sempre pronto a dare il 100%».

Un giorno vedremo tuo figlio calcare il ghiaccio delle nostre piste?
«Sono un papà rompiscatole poiché voglio che sia felice. Sono sempre i dettagli che decidono che strada una persona può intraprendere o meno ed è quindi essenziale che non lasci nulla al caso. L'importante è che ogni giorno si alzi contento dal letto. La Svezia gli piace e l'anno prossimo giocherà ancora lì. Se non dovesse fare strada nell'hockey, spero possa comunque trovare una via che lo renda allo stesso modo fiero e felice». 

Dal campionato 2022/23 le squadre di National League potranno schierare sette stranieri. Sei d'accordo con questa riforma?
«Penso che la decisione presa sia solo una misura di un pacchetto molto più ampio. Posso capire che i giocatori non siano d'accordo con questa modifica, nessuno è felice quando all'interno di un team o di un'organizzazione c'è più concorrenza. Oggi però nessuno è in grado di affermare se quella presa è una decisione favorevole. Lo potremo dire solo tra alcuni anni».

Come hai vissuto questi mesi legati alla pandemia? 
«Nel mio lavoro, ma come in tanti altri, non ha aiutato di certo. La paura, però, può farti ammalare e per questo ho cercato di pensarci il meno possibile. Credo che un giorno tutti avremo fatto questo virus. Con il vaccino si potrà comunque gestire un po' meglio la situazione, tornando a fare ciò a cui eravamo abituati». 

In Ticino hai dovuto gestire alcuni episodi spiacevoli. In un paio di circostanze conditi anche da molta cattiveria... 
«La cattiveria c'è dappertutto quando i risultati non arrivano. L'unica squadra in Svizzera dove tutto è sempre piuttosto tranquillo è Langnau, che segue la sua strada senza troppe aspettative. Un tifoso che paga il suo abbonamento pretende di vedere un gruppo competitivo. Il morale del tifoso dipende dai risultati, non solo a Lugano...».

Tornerai un giorno in Ticino? 
«Certo. Non ho nessun problema. Prima o poi capiterà che tornerò a vedere una partita del Lugano...».  

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COMMENTI
 

Evry 3 anni fa su tio
ora si occupa dell'arte dove e come far piazzare le tende ed i camper.... ma continua con adulazioni

Evry 3 anni fa su tio
Scusate, ma chi ha avuto questa brillante... idea di intervistare un fallito in materia, i fatti lo confermano e inoltreil suo comportamente pure.

Evry 3 anni fa su tio
Con ciò dimostra meramente di essere estremamente frustrato. A Lugano aveva trovato, come si dice l'America, dopo non lo voleva più nessuno, chissa il perché ? Nel HCL ha fatto solo gli affari personali, tra l'altro ha dimostrato di non essere all'altezza del mandato. Cmq auuri per la sua attivita lontana dall'Hockey.

hclnelcuore 3 anni fa su tio
non merita neppure un’intervista! dimentichiamolo ... pagina buia HCL. incompetente e cafone

Dani/hcl 3 anni fa su tio
L’hockey non ti manca..ma nemmeno tu ci manchi!!

matthias87 3 anni fa su tio
Poverino!

Meiroslnaschebiancarlengua 3 anni fa su tio
Piccola correzione: per un camping COO si dice Chief Janitor Officier. Bisogna fare attenzione con gli acronimi in inglese. A volte si gonfia un po' troppo la funzione e su fa credere che dietro un lavoro banale ci sia un premio Nobel.

Evry 3 anni fa su tio
Risposta a Meiroslnaschebiancarlengua
in poche parole è il gerente di un campeggio che tra l'altro conosco, ciò senza intento denigartorio .

Nano10 3 anni fa su tio
Il solito supponente e cafone 😡
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