Una fase difensiva affidabile ha permesso ai bianconeri di risalire la corrente. Per star lontano dai guai, Fazzini e soci devono però cominciare a segnare con costanza
LUGANO - Perde le partite sulla carta abbordabili, vince quelle nelle quali è invece sfavorito. Il Lugano di quest'ultimo periodo è un enigma.
Scherzi a parte, i bianconeri sono usciti da una delle settimane più importanti della loro stagione quasi sazi e con la testa alta. Le vittorie colte martedì a Ginevra e soprattutto sabato a Zurigo hanno infatti assicurato punti pesanti, rendendo meno amaro il sapore dell'imprevisto rovescio interno patito venerdì contro il Langnau. Quei successi, di più, hanno provato che alla Cornèr Arena hanno davvero imboccato la strada giusta. Certo, i problemi sono ancora evidenti; l'ottimismo, dopo aver espugnato due delle piste più “difficili” della Lega, è però davvero grande. A regalar fiducia, dalle parti di Lugano, è la tenuta di una difesa capace, salvo rari casi, di dare enormi garanzie. Contro l'organizzato muro ticinese hanno infatti sbattuto due delle prime tre della classe e, soprattutto, il primo e il quinto attacco del campionato. Non male, se ci si concede il lusso di considerare un incidente di percorso il ko contro la truppa di coach Ehlers. Pelletier ha migliorato meccanismi già oliati e così avuto la base sulla quale ripartire. Ciò che l'allenatore non è ancora riuscito a registrare è la fase offensiva, al momento quasi totalmente dipendente dall'ispirazione della coppia McIntyre-Klasen. È da lì, dalla nuova verve che potranno trovare Fazzini, Bürgler o qualcun altro, che passa la serenità futura della squadra. Se ci sarà un'impennata, chiudere comodamente tra le migliori otto non sarà in discussione. Altrimenti si dovrà soffrire fino all'ultimo e affidarsi all'aritmetica, e anche alle lune delle rivali...