Avvio di campionato in salita per i biancoblù, alle prese con enormi difficoltà nell'andare a segno
AMBRÌ - Un inizio in salita ma non ancora preoccupante. Il campionato dei biancoblù è cominciato con due sconfitte, rimediate contro il fortissimo Zugo e contro l'abbordabile Rapperswil.
I primi 120' di gioco hanno già fornito alcuni spunti su cui riflettere. Il primo dato a saltare all'occhio – e forse in questo momento il più allarmante – sono le difficoltà della squadra nell'andare a bersaglio. Sette partite ufficiali – tra campionato, coppa e Champions – e soli undici gol realizzati. Una miseria. Con una media di appena 1,5 gol a incontro, e non scopriamo l'acqua calda, risulta difficilissimo vincere le partite. Soprattutto se in porta Daniel Manzato non è in grado di offrire le medesime garanzie di cui beneficiava lo scorso anno la squadra con Conz tra i pali.
Il tanto chiacchierato Kubalik non c'è più e Zwerger – colui che dietro al ceco l'anno scorso aveva messo a segno il maggior numero di reti – appare lontano dalla sua forma migliore. E in questo momento Robert Sabolic – nonostante qualche sporadico spunto personale – non sembra aver ancora assimilato gli schemi di Luca Cereda. Ad ogni modo bocciare lo sloveno dopo solo sette partite ufficiali sarebbe ingeneroso... E sempre a proposito di stranieri anche Brian Flynn attualmente è in ritardo di condizione. L'unico giocatore d'importazione che “gira” è Matt D'Agostini.
In vista della difficilissima trasferta di Berna, in agenda domani, i leventinesi dovranno ripartire dal secondo e dal terzo tempo giocati venerdì contro lo Zugo. 40' in cui Trisconi e compagni hanno messo sul ghiaccio grinta, determinazione, sudore e in generale tutti quegli elementi che soltanto alcuni mesi fa avevano permesso ai sopracenerini di staccare la qualificazione ai playoff. La sensazione, però, è che l'Ambrì potrà tornare a fare l'Ambrì soltanto quando tutti i suoi giocatori avranno raggiunto il 100% del loro stato di forma.