Un soddisfatto Davide Mottis ha promosso la stretta di mano che garantisce il futuro dei Ticino Rockets: «Il progetto è più importante delle persone»
BIASCA - Il lieto fine - per la gioia dei giovani sportivi del nostro cantone - alla fine c'è stato. Nonostante i bisticci e i malumori delle scorse settimane, nella stanza dei bottoni dei Ticino Rockets hanno infatti trovato un accordo. Le parti, l'Ambrì, il Lugano, il Biasca e i GDT Bellinzona, sono arrivate alla stretta di mano, dando peso a quanto (tanto) era stato fatto dall'inizio del progetto e mettendo da parte pretese e richieste "personali".
E in fondo era proprio questo, ovvero che si capisse che non erano importanti i singoli quanto piuttosto il prosieguo del lavoro, che auspicava fin dal principio Davide Mottis, presidente alla Raiffeisen BiascArena. Speranza che si è concretizzata...
«Le ultime sono state settimane di discussioni, dovute, anche penose - ha confermato proprio l'avvocato ticinese - servivano e per fortuna hanno portato a un esito positivo. I Rockets ci sono da tre anni e diciamo che come il buon vino hanno avuto bisogno di tempo. Ora c'è un futuro del quale parlare».
Il passato raccontava di liti nel CdA. Di poltrone e responsabilità rivendicate. Mostrava una nota ufficiale con la quale l'Ambrì minacciava di tirarsi fuori.
«Raccontava di persone, appunto. Alla fine però si è capito che continuare con i Ticino Rockets era più importante di tutto. E per quanto riguardà la comunicazione dei biancoblù... era una delle possibili opzioni, non l'unica. Si è parlato di quell'eventualità come anche di altre. Le parti hanno capito che rimanere fermi sulle proprie posizioni non sarebbe stato positivo per il movimento, per il club. Hanno capito, hanno parlato, dove è stato il caso è stato fatto un passo indietro... e si è trovato un accordo».
Che vede, tra l'altro, l'ingresso ufficiale del Davos nella società. I gialloblù entreranno in possesso del 10% del capitale azionario, parteciperanno finanziariamente e metteranno a disposizione 4 giocatori.
«Questo perché hanno intuito quanto importante e positivo può essere lo sviluppo del progetto».
La lieta novella non sembra avere una scadenza. Nel comunicato si parla tuttavia solo della stagione 2019/20. Vi siete dati un termine?
«In tre anni ci sono stati tanti cambiamenti e altri ce ne saranno nei prossimi mesi, con la collaborazione allargata anche al Davos. Abbiamo parlato del nuovo campionato solo perché lo consideriamo di assestamento, diciamo così, non perché pensiamo non si possa andare oltre».