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NATIONAL LEAGUE«Mio figlio non deve sentirsi arrivato»

02.04.19 - 12:01
La crescita esponenziale del figlio Jason, la semifinale con il Berna e la stagione delle ticinesi: parola a Régis Fuchs
Keystone
«Mio figlio non deve sentirsi arrivato»
La crescita esponenziale del figlio Jason, la semifinale con il Berna e la stagione delle ticinesi: parola a Régis Fuchs
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BIENNE - Dopo anni di magra, di spareggi e di stagioni tribolate, alla Tissot Arena hanno finalmente individuato la strada giusta. Semifinalisti l'anno scorso e quest'anno (il risultato di questa stagione è ovviamente ancora provvisorio), con il passare dei campionati Bienne è divenuta una piazza attrattiva del nostro hockey. E non è un caso che alcuni big - Hiller, Forster e Brunner solo per citarne alcuni - scelgano proprio di proseguire la loro carriera in terra bernese.

Si è calato molto bene nella realtà Bienne pure Jason Fuchs - alla Valascia tra il 2014 e il 2017 -, attuale top scorer della sua squadra. Ne abbiamo parlato con padre Régis, a Lugano tra il 1998 e il 2006 e capace in carriera di vincere quattro titoli.

«Sono molto contento per come sta giocando mio figlio, da quando è a Bienne ha fatto diversi passi in avanti. Si trova molto bene, ha la fiducia della dirigenza e dello staff tecnico. Io che ho giocato so quanto importante sia godere della fiducia di tutto l'ambiente. È vero, bisogna guadagnarsela lottando tutti giorni al massimo, ma con l'ottimo ambiente che regna nello spogliatoio tutto diventa più semplice. Dove può ancora migliorare? In tutti i punti (ride, ndr). Se pensasse di essere arrivato, commetterebbe un grande errore. Penso che davanti al portiere avversario, nella costruzione del powerplay e nella fase difensiva abbia ancora dei bei margini di miglioramento».  

Nelle ultime stagioni, anche grazie alla costruzione della nuova pista, il Bienne è cresciuto tantissimo... «Mi piace tantissimo questa realtà, lavorano bene dietro le quinte senza troppe storie. Curano molto bene i dettagli, quelli che nello sport ti permettono di fare dei passi avanti. Bienne può diventare una piazza importante per l'hockey svizzero, ma devono avere calma senza strafare». 

Il Bienne conduce nella serie di semifinale per 2-1, ma la strada è ancora irta di ostacoli... «Vedo una squadra in grado di mettere in seria difficoltà qualsiasi avversario. Dopo aver affrontato al meglio l'Ambrì, hanno iniziato con il piede giusto la semifinale vincendo bene la prima partita. Nel secondo atto ho visto un Berna un po' a corto di energie nell'overtime. In gara-3, invece, gli Orsi sono scesi sul ghiaccio come matti vincendo meritatamente e dimostrando una gran voglia di rivincita. Il Berna è una grandissima squadra che sa come si gestiscono i momenti difficili nei playoff. Un eventuale 3-1 nella serie del Bienne? Cambierebbe ben poco. Sappiamo di cosa è capace il Berna». 

Due parole, infine, sul campionato delle ticinesi: «Il Lugano mi ha deluso. È vero che era reduce da una finale, ma quest'anno mi aspettavo di più. Penso che debbano risolvere alcuni problemi all'interno. Non chiedo siano costantemente ai livelli di 15-20 anni fa, ma c'è qualcosa che non mi torna». 

...e l'Ambrì? «Hanno disputato una grandissima stagione. Aspettavano una vittoria nei playoff da diversi anni, ma quello attuale dev'essere soltanto un punto di partenza. Sono convinto che con la nuova pista il club potrà crescere ancor di più, magari seguendo le orme del Bienne...». 

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