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NATIONAL LEAGUE«Il Ginevra c'è e ci sarà. OT a oltranza? Meglio dei rigori, ma si rischia di giocare tutta notte»

30.03.19 - 11:09
Alti, bassi (col rischio playout) e match-maratona: Kevin Romy è tornato sulla stagione delle Aquile. «McSorley? Noi pensiamo a dare il massimo sul ghiaccio. Berna ottima squadra, ora però...»
Keystone
«Il Ginevra c'è e ci sarà. OT a oltranza? Meglio dei rigori, ma si rischia di giocare tutta notte»
Alti, bassi (col rischio playout) e match-maratona: Kevin Romy è tornato sulla stagione delle Aquile. «McSorley? Noi pensiamo a dare il massimo sul ghiaccio. Berna ottima squadra, ora però...»
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GINEVRA - Prima la vibrante rimonta-playoff con l’ottavo posto acciuffato a discapito dello Zurigo (gigante dai piedi d’argilla), poi l’intensa serie contro il Berna con tanto di 4 overtime e record riscritti: il Ginevra - finito ko nei quarti di finale - ha comunque vissuto una stagione palpitante. A sancirne la fine, in quello che è diventato il match più lungo della storia dell’hockey svizzero, è stato l’orso Arcobello al 118’ di gara-6 (finiti quasi alla 1 di notte).

Tra infortuni, cali di rendimento e qualche "spiffero" dai corridoi di Les Vernets (col Presidente del CdA Laurent Strawson che ha messo in discussione il futuro da head coach di McSorley), il campionato delle Aquile non è stato sempre semplicissimo, ma le emozioni non sono di certo mancate.

«Abbiamo avuto parecchi alti e bassi, ma l'obiettivo playoff è stato raggiunto e nella serie col Berna c'eravamo alla grande - spiega l'attaccante 34enne Kevin Romy, un punto fermo del Ginevra del quale è stato anche capitano nel 2017/18 - Abbiamo messo in pista un buon hockey e ogni singolo giocatore ha dato il massimo, ma purtroppo non è bastato».

Non è bastato e gli Orsi sono volati in semifinale, dove - forse un po' spompati - ora sono sotto 2-0 contro il frizzante e pungente Bienne. Gara-6 dei quarti, finita al 118', è stata una maratona...
«Di fatto abbiamo giocato due partire in una... con la nuove regole è così - aggiunge Romy - Non è facile gestire le forze con questa nuova formula e col ritmo dei playoff con match ogni due giorni. Anche per questo, nella serie col Bienne, il Berna potrebbe pagarne le conseguenze. Fisicamente non è facile».

Da giocatore come vedi la formula attuale? OT ad oltranza, con spettacolo e lucidità che col passare dei minuti diminuiscono inesorabilmente...
«Dopo 118' sicuramente la lucidità diminuisce. A mio avviso questa formula è comunque migliore rispetto ad un epilogo ai rigori. Finire ai penalty è un peccato, lo abbiamo visto anche agli ultimi Mondiali con la Svizzera battuta dalla Svezia. Detto questo si potrebbe pensare di proseguire in 4c4 dopo il primo overtime per far aumentare le occasioni da gol. In 5c5 si rischia di giocare tutta la notte».

Bienne avanti 2-0; Zugo-Losanna sull'1-1. Chi è favorito per il titolo?
«Il Berna è un'ottima squadra, ma credo pagheranno un po' di stanchezza alla distanza. Per quanto visto finora direi lo Zugo di Tangnes».

Capitolo McSorley. In febbraio, con le Aquile a forte rischio playout, il presidente del CdA Laurent Strawson aveva dichiarato che, in caso di mancato accesso ai playoff, McSorley avrebbe dovuto ammettere il fallimento e - se così si può dire - accettarne le conseguenze. Insomma la fiducia vacillava. In questi giorni, nonostante i playoff e l'ovazione del pubblico dopo gara-6, i vertici del club stanno portando avanti un'attenta disamina. Tutto è possibile. I giocatori cosa pensano?
«Abbiamo avuto una stagione con molti infortuni, la reazione è venuta dallo spogliatoi. Anche nei momenti di difficoltà toccava a noi reagire e scendere sul ghiaccio per conquistare la top-8. Giocavamo l'uno per l'altro. Per McSorley? Quel che accade nei corridoi di Les Vernets non è il nostro lavoro. Noi andiamo sul ghiaccio. Fare i playout non era negli interessi di nessuno. McSorley o no, tutta la squadra remava nella stessa direzione per un unico obiettivo. Noi diamo il massimo in pista».

Ad un certo punto i playoff sembravano sfuggiti di mano. Lì la pressione si è fatta sentire...
«Chiaro, quella c'è sempre quando i risultati non sono in linea con le aspettative. Quest'anno è stata una battaglia fino alla 50esima partita. L'ultima, in casa con lo Zurigo, è stata come una finale. Lì si che c'era pressione... ma è andata bene. Per un momento abbiamo pensato di fare i playout e, da lì, siamo riusciti a liberarci e non pensare troppo. Abbiamo pensato solo a giocare ed è andata bene. Poi nella serie dei quarti la pressione era sul Berna e ce la siamo giocata. Purtroppo non è bastato».

Il Ginevra ha comunque mostrato una volta di più la sua grinta e tenacia. Le basi ci sono: anche in futuro lotterà e se la giocherà sempre fino in fondo...
«Vero. Il Ginevra c'è e ci sarà, questo è il messaggio anche per le prossime stagioni. Speriamo magari in un pizzico di fortuna in più a livello d'infermeria...», conclude l'attaccante Kevin Romy

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