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BIASCAO tutto o niente! Il futuro dei Rockets in mano all'Ambrì

22.03.19 - 18:43
Già in possesso del 51% dei Razzi, il club biancoblù vuole salire al 100%, levando così potere decisionale a Lugano e Biasca. Se non ci riuscirà, potrebbe far affondare la collaborazione
TiPress (foto d'archivio)
O tutto o niente! Il futuro dei Rockets in mano all'Ambrì
Già in possesso del 51% dei Razzi, il club biancoblù vuole salire al 100%, levando così potere decisionale a Lugano e Biasca. Se non ci riuscirà, potrebbe far affondare la collaborazione
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BIASCA – Una realtà sana e che ha superato i suoi primi tre anni di esercizio rischia, in un futuro imminente, di sparire. La citazione non è nostra, è presa direttamente da una lettera inviata a inizio settimana dall'HCAP agli azionisti della Società anonima HC Biasca – Ticino Rockets. Il documento tratta il presente e il futuro dei Razzi, usciti malconci – almeno a livello di numeri sportivi – dalla loro terza stagione di Swiss League, ma comunque dimostratisi in grado di fare al meglio quello per il quale erano stati pensati, ovvero formare talenti per il nostro hockey.

Il futuro dei Razzi è legato a una mossa a sorpresa dell'Ambrì il quale, detentore del 51% del capitale azionario, ha chiesto agli altri azionisti, ovvero il Lugano, il Biasca e i GDT, di poter entrare in possesso delle loro quote per poter attuare una gestione societaria “coerente”. L'alternativa posta dal club biancoblù è quella di “prendere misure per la messa in liquidazione della società nei prossimi mesi”. Quindi, parafrasando, siamo al “o ci date il controllo di tutto o ce ne andiamo”.

Come siamo arrivati a questo punto? Occorre fare un passo indietro.

Il progetto Ticino Rockets ha visto la luce nelle prime settimane del 2016, disegnato dal Biasca. Lungimiranti, in quindici mesi di lavoro (dall'ottobre 2014 al dicembre 2015) i dirigenti del club delle Tre Valli hanno ripensato il modo di fare hockey nel cantone, coinvolgendo Ambrì e Lugano (e GDT) in una partnership studiata per dare frutti negli anni. Le prime strette di mano sono arrivate veloci e hanno sancito una collaborazione certificata dai numeri, che hanno diviso la gestione della neonata società tra quattro realtà (51% all'Ambrì, 25% al Biasca, 15% al Lugano e 9% ai GDT). Poi è stato il tempo dell'hockey giocato. È stato il tempo dei modesti risultati sul ghiaccio, cancellati in ogni caso dalla grande palestra fatta da tanti giovani e da coach Luca Cereda, che sudando a Biasca hanno ottenuto un lasciapassare per la National League. Quasi sempre per la sponda biancoblù del Ticino, per essere precisi.

Se tutto ha funzionato, perché, dunque, cambiare?

Decisa la collaborazione, i quattro azionisti dei Rockets si erano dati tre anni di tempo (fino al 30 aprile prossimo) prima di ritrovarsi e fare il punto della situazione. Per capire se il budget (da 1,35 milioni l'anno) continuava a essere proporzionato e per decidere come muoversi per permettere alla squadra di correre realmente per una salvezza non più garantita. Prima di ritrovarsi pacificamente, i quattro proprietari hanno tuttavia cominciato a litigare su come gestire la società; più precisamente, su come comporre il nuovo CdA. Nonostante il progetto sia futuribile e non presenti debiti, il matrimonio tra le parti è stato minato dalle pretese dell'Ambrì. Forti del loro 51% di azioni i leventinesi hanno infatti cominciato a essere impazienti, chiedendo maggior peso in sede decisionale. Va detto, è vero, che Davide Mottis, “uomo biancoblù” e soprattutto presidente dei Rockets, ha proposto di farsi da parte e di puntare su un Consiglio da cinque elementi. Questa soluzione è tuttavia stata respinta con decisione dagli altri membri. Preso atto del mancato accordo, Filippo Lombardi ha allora imposto quel che sembra un aut aut: ha chiesto di poter entrare in possesso della totalità del pacchetto azionario, pena lo svicolamento definitivo dell'Ambrì (e la fine della storia dei Razzi).

Certo, il numero uno dei sopracenerini ha indorato la pillola citando i compiti amministrativi e il rischio aziendale assunto dal suo club. Ha pure promesso che le altre società rimarrebbero “interessate” e la loro tutela sarebbe garantita da convenzioni pluriennali. La sua azione non sembra tuttavia essere fatta nell'interesse dei giovani ticinesi, quello che in fondo era lo scopo iniziale del progetto.

Lugano e Biasca, per dovere di cronaca, non sono d'accordo con le mire espansionistiche dei leventinesi. Lo scontro pare quindi inevitabile. Il problema è che a perderci, in tutto ciò, non sarebbero le grandi del nostro hockey...

«Ciò che è importante, in questo momento, è che il progetto sportivo continui – ha sottolineato Davide Mottis – Non contano gli uomini, chi andrà a occupare un posto nel Consiglio di Amministrazione; conta solo che la collaborazione che tanto bene ha fatto ai nostri giovani – e i dati sono lì a dimostrarlo – possa proseguire. È fondamentale che Ambrì e Lugano possano trovare un accordo. I nomi, i colori, tutto il resto in questo momento deve passare in secondo piano».

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COMMENTI
 

Serfol71 5 anni fa su tio
Il tipico pasticcio alla Ticinese

Wenz 5 anni fa su tio
Sarà l'inizio della fine dei Rockets. Tanto al CDA dell'HCAP non è mai stato entusiasta della realtà del Biasca quando non erano ancora in B e dei Rockets poi. Hanno per forza di cose dovuto accettarla grazie alla caparbietà dell'allora Biasca che hanno voluto creare questo progetto e perchè c'era di mezzo Cereda che ha portato questa squadra in B. Poi la lega ha fatto la sua parte bloccando la retrocessione per 3 anni. Chiaro che a differenti livelli le squadre di NLA hanno dovuto investire ma hanno altresi "risparmiato" pescando poi dei giovani (ed era ora) da portare in 1a squadra. Ora è chiaro che la B non è più chiusa, bisognerà investire di più per potenziare la squadra con dei rinforzi effettivi (1/2 stranieri e alcuni giocatori d'esperienza ma non in fine di carriera). Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà. Affaire a suivre.

Evry 5 anni fa su tio
Risposta a Wenz
Vero, no comment

Evry 5 anni fa su tio
Si tratta di lasciare solo delle delusioni , via col vento...

fakocer 5 anni fa su tio
Aihnoi! Pur precisando che è una foto d'archivio, vi appare un tipo con il cranio oviforme, calvo, espressione sorniona da quattordicimila e rotti al mese. Non essendo la scalogna una scienza esatta è comunque statisticamente verificabile che il citato testone di scalogna ne sparge ai quattro venti, lasciando tracce tutt'oggi difficilmente rimediabili, vedi Kloten, e oggidì HCL. Urge biglietto di sola andata, e allungare i diti medio e mignolo a foggia di corna e toccare ferro.

BarryMc 5 anni fa su tio
Risposta a fakocer
Bravo, sei sempre vicino ai nostri colori. Si vede che ci tieni molto!

Gus 5 anni fa su tio
Bene, via il Lugano (che tanto pagava solo il 15%) e teniamoci tutto nel Sopraceneri. Forza Pippo!

Bibo 5 anni fa su tio
Articolo volutamente polemico basato su sentito dire e poco altro... Poi gettiamo un velo pietoso sui commenti fatti da chi non capisce un c.... e parla solo per dare fiato alla bocca...

red 5 anni fa su tio
Risposta a Bibo
Post volutamente denigratorio. Noi scriviamo sempre con prove in mano. Gli articoli basati sul sentito dire li avrà letti da qualche altra parte. Ma se la fa felice pensarla così, per noi fa lo stesso.

Bibo 5 anni fa su tio
Risposta a red
"Già in possesso del 51% dei Razzi, il club biancoblù vuole salire al 100%, levando così potere decisionale a Lugano e Biasca" Se non è polemico questo, già con il 51% potrebbe decidere quello che vuole, voler salire al 100% è inutile...voi avrete le vostre fonti ma anch'io ho le mie... L'Ambrì ha cercato per mesi (o anni) un accordo con Lugano e Biasca per una collaborazione migliore per far continuare il progetto, ma dall'altra parte non c'è stata sintonia di vedute (varie gelosie interne + litigi) e ora si è al dunque...o tutti vanno d'accordo e si continua ampliando per forza il budget oppure l'Ambrì (che ci mette la maggioranza dei soldi/rischi) o decide di fare da sè o si ritira (per me giustamente se non c'è un obbiettivo comune e condividendo equamente costi/benefici). L'articolo imputa la "colpa" all'Ambrì mentre per me è il contrario...ma ognuno la vede come vuole...

red 5 anni fa su tio
Risposta a Bibo
Sarà che ne sa tante anche lei, ma forse le sfugge che in una SA può fare ciò che vuole solo se possiede il 67,5%. Con il 51% ha solo la maggioranza relativa. E che c’entra poi tutto questo con il dire che abbiamo scritto un articolo sul “sentito dire”?

Bibo 5 anni fa su tio
Risposta a red
Dipende...in pratica l'assemblea degli azionisti può nominare il consiglio d'amministrazione, modifiche di statuto, ecc... e dunque "si fa quello che si vuole" con il 51% delle azioni... Io ho detto che l'articolo è volutamente polemico dando tutta la colpa all'Ambrì, che sia basato anche su notizie interne (ma non ufficiali mi sembra, dunque "sentito dire e poco altro" come ho scritto, è corretto, non ho detto chiacchiere da bar...) poco importa, resta il fatto che avete dato una visione limitata (sempre a mio avviso) dei fatti basate solo sulle vostre fonti che appunto non sono ufficiali. Vedremo al momento di un comunicato come saranno veramente le cose, nel caso che abbiate totalmente ragione mi scuserò molto volentieri. Per me finisce qua, grazie dello scambio di vedute. :-)

hcap76 5 anni fa su tio
Da Facebook però sempre veloci..qui si devono cambiare le cose oppure iniziare a disertare il sito,le notizie ai possono leggere anche da altre parti!!!

red 5 anni fa su tio
Risposta a hcap76
Su Facebook la maggior parte degli utenti si prende la propria responsabilità usando il proprio account personale con nome, cognome e foto. E non nascondendosi dietro un nickname. Questo è il motivo perché fuori orario e nel weekend siamo obbligati a monitorare prima i post che arrivano. Il bello di Internet è la totale libertà di leggere ciò che si preferisce sentirsi dire. E anche la libertà di propagandare sul nostro blog di disertare il nostro sito. Cosa vuole di più dalla vita?

hcap76 5 anni fa su tio
Qui dentro se ne leggono di tutti i colori..insulti e parolacce..e poi osate non pubblicare certi commenti? Questa è disparità di trattamento...complimenti!!!!!

tirannosaurosex 5 anni fa su tio
Ma sono prossimi al fallimento e si comprano pure altre squadre?

Zarco 5 anni fa su tio
Che parole brutte !

Joseph 5 anni fa su tio
Quanta cattiveria! Se c'è qualcuno (HCAP) che intende mettere le cose in chiaro, questo non lo fa per mera pubblicità, ma con un senso di responsabilità verso la propria squadra ed in particolare verso i giovani che tremano per entrare nella vita hockeistica! Le critiche mostrano il nostro fazzoletto di territorio dove uno starnuto è paragonato ad un tsunami. Calma e più buon senso.

pedrito-el-drito 5 anni fa su tio
ma dico... a büsciom? una cosa che funziona bisogna rovinarla....
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